Elezioni in Veneto, oggi il vertice del centrodestra a Roma: la Lega in pole

Torna la suggestione di Zaia al Viminale al posto di Piantedosi mentre si profila l’indicazione del partito cui spetterà la candidatura

Enrico Ferro
Luca Zaia con Alberto Stefani
Luca Zaia con Alberto Stefani

Il Veneto guarda a Roma, dove oggi, lunedì 21 luglio, i leader dei partiti di centrodestra si riuniranno per parlare delle prossime elezioni regionali.

Maurizio Lupi di Noi Moderati è convinto che possa uscire un nome ma sembra l’unico ottimista in un gruppone di scettici disillusi. Ciò che con tutta probabilità uscirà dal vertice serale di oggi è il nome del partito che potrà esprimere il candidato.

 

Regionali in Veneto, Lupi: "Centrodestra compatto, nome condiviso per il dopo Zaia"

E la Lega, secondo le informazioni che filtrano, è in pole position. Ma lo scacchiere è complesso: ci sono sei regioni al voto (Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Veneto) e in ballo c’è anche il destino di Luca Zaia.

Le indiscrezioni su Zaia

Filtrano da Roma indiscrezioni riguardanti un suo incontro a palazzo Chigi con Giorgia Meloni. Un faccia a faccia per preparare il terreno: iniziare la marcia sul Veneto con Zaia ostile non è consigliabile.

Per questo la premier avrebbe voluto stabilire un primo contatto. Sempre dalla Capitale giunge come retroscena uno schema di cui si era parlato già nei mesi scorsi e che riguarderebbe un ipotetico scambio tra Zaia e Piantedosi.

Quest’ultimo candidato presidente nella sua Campania e l’attuale governatore del Veneto diretto al Viminale. Il Doge è già stato ministro all’Agricoltura con Silvio Berlusconi, ecco perché se la traiettoria deve essere quella del governo dovrà essere un ministero di peso.

Per altro la Lega da sempre rivendica il Ministero dell’Interno, fin dall’era Maroni. Non è un mistero che Matteo Salvini vorrebbe riprenderselo. Mettere Zaia potrebbe essere una soluzione di mezzo tra accontentare l’alleato ma con un profilo più moderato. Quanto a Piantedosi, va ricordato che non brama per correre da governatore in Campania. Ma contro un candidato come Roberto Fico servirà il metallo più pesante del centrodestra. Per questo il ministro dell’Interno attuale potrebbe essere chiamato in causa.

L’ipotesi Stefani 

C’è un’altra ipotesi che fila dal punto di vista teorico. Se il Veneto restasse alla Lega, Salvini sembrerebbe intenzionato a proporre il suo delfino Alberto Stefani.

Il vicesegretario federale e responsabile regionale del partito libererebbe un seggio all’uninominale alla Camera (collegio Veneto-2), dove potrebbe correre Zaia.

Ma non c’è solo la Lega in questa partita, tutt’altro. Dopo 15 anni di supremazia il partito di Matteo Salvini sembra essere giunto nella sua fase di declino in Veneto. O forse, più semplicemente, si tratta del cambio antropologico che periodicamente si verifica. Così fu per la Dc, così è stato con Forza Italia. Ora lo stesso sta accadendo con la Lega, ovviamente a favore di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni in Veneto ha raggiunto il risultato migliore d’Italia, con un 37% alle ultime europee e un 34% alle politiche. In questa terra vocata all’imprenditoria, chi fa impresa chiede stabilità politica. E una regione in linea con il governo sarebbe quindi la situazione ideale.

La proposta di Fratelli d’Italia

In questo contesto favorevole FdI mette sul tavolo il nome di Raffaele Speranzon, senatore veneziano molto vicino a Giorgia Meloni. Ma anche il segretario regionale Luca De Carlo potrebbe giocarsi qualche fiches. Forza Italia sosterrà Flavio Tosi, come più volte ribadito dal segretario Tajani. E nello scacchiere c’è pure Antonio De Poli, questore del Senato e responsabile nazionale dell’Udc.

A completare il quadro dei papabili c’è un altro nome leghista molto solido, perché amministratore di comprovata esperienza oltre che presidente regionale dell’Anci: si tratta di Mario Conte, il sindaco di Treviso.

Non è nelle tasche di Salvini ma rappresenta comunque la Lega dal volto buono. Le ultime tornate elettorali hanno dimostrato che la candidatura dei sindaci a presidenti di regione è un’operazione con ottime possibilità di successo. Lo è stato in Liguria con Marco Bucci e anche in Emilia Romagna con Michele de Pascale. Di tutto questo si parlerà oggi a Roma, nel tavolo con Meloni, Salvini, Tajani e Lupi. —

 

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