Don Nandino Capovilla respinto da Israele per motivi di sicurezza

Vasta solidarietà nei confronti del parroco di Marghera che ha ricevuto in aeroporto un decreto di espulsione. Domani farà rientro a Venezia in aereo. 

Mitia Chiarin
Don Nandino Capovilla con Papa Francesco
Don Nandino Capovilla con Papa Francesco

 E' stato bloccato in aeroporto a Tel Aviv ricevendo un "decreto di espulsione", don Nandino Capovilla, sacerdote di Venezia che insieme ad un gruppo di Pax Christi era da poco atterrato in Israele come membro di un pellegrinaggio di una quindicina di persone. A riferire la notizia all'Ansa il presidente di Pax Christi, don Giovanni Ricchiuti, anche lui in aeroporto e che è invece stato accolto assieme al resto del gruppo di pellegrini.

«Non sappiamo quale sia la motivazione - spiega - ma pensiamo che sia a causa del fatto che ha scritto il libro “Sotto il cielo di Gaza”. Noi siamo qui, da Roma e da Venezia per un pellegrinaggio nell'ambito della nostra campagna di giustizia e di pace, 'ponti e non muri'». 

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Secondo il quotidiano “Avvenire” nel documento di espulsione delle autorità israeliane è precisato che il sacerdote verrà allontanato «il prima possibile» si legge, «e fino ad allora sarà trattenuto in un luogo designato». Il provvedimento è stato preso in forza di non meglio precisate «ragioni di sicurezza nazionale», che dunque il sacerdote avrebbe messo a rischio, secondo le autorità israeliane, partecipando a iniziative di sensibilizzazione contro la guerra e per il dialogo e la pace tra i due popoli.

Don Nandino è parroco della chiesa del quartiere Cita di Marghera ed è conosciutissimo per il suo impegno sul fronte dei diritti umani e della non violenza. Famosa la sua foto con Papa Francesco con la spilletta “Porti aperti”. Da mesi è impegnato a presentare il suo ultimo libro su Gaza in incontri pubblici e dibattiti. Ed è fautore, a Marghera e in città, del dialogo interreligioso tra diverse religioni. 

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L'ambasciata d'Italia a Tel Aviv sta seguendo il caso del sacerdote italiano don Nandino Capovilla.  Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto ai diplomatici dell'ambasciata d'Italia di seguire il caso con le autorità israeliane.

Il Patriarca Francesco Moraglia si è subito messo in contatto in queste ore con il cardinale Zuppi, fanno sapere dalla Diocesi di Venezia.

«Vicinanza e solidarietà a Don Nandino Capovilla. Pare evidente che si tratta di un respingimento politico e non certo per motivi di sicurezza» ha invece dichiarato l'assessore comunale Simone Venturini.

La solidarietà della comunità islamica

La nota di Sadmir Aliovski Presidente e Ministro di Culto: “Come Presidente della Comunità Islamica di Venezia e Provincia, esprimo, a nome di tutti i fedeli, il nostro profondo rammarico e la ferma condanna per il fermo e il respingimento di don Nandino Capovilla da parte delle autorità israeliane, con la motivazione di presunte “ragioni di sicurezza nazionale”.

“Don Nandino è da sempre una voce di pace, dialogo e difesa dei diritti umani. La sua presenza nella delegazione di Pax Christi, guidata dal vescovo Giovanni Ricchiuti, aveva l’unico scopo di favorire comprensione reciproca e pace tra i popoli. Il rimpatrio forzato e il divieto di ingresso rappresentano un grave atto verso una persona di fede e un preoccupante segnale per chi crede nel dialogo come via per superare i conflitti”.

“A lui va la nostra vicinanza fraterna e piena solidarietà. Condanniamo ogni ostacolo imposto a chi lavora per la pace e rinnoviamo l’impegno, insieme alle altre comunità religiose e civili, a costruire rispetto reciproco, fraternità e una pace giusta e duratura”.

 

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