Danni morali per l'elettrosmog
«Sofferenza e turbamento psichico». Risarcimenti a 79 persone

Vivere esposti a fonti d’inquinamento elettromagnetico può indurre «sofferenza e turbamento psichico». Per questo Enel, Terna e Grtn dovranno versare per danni morali 632 mila euro alle 79 persone di Scorzè che nel 2002 avevano promosso la causa nella battaglia contro l’elettrosmog. La decisione è del giudice Marcello D’Amico della terza sezione del tribunale civile di Venezia. La sentenza impone anche alle tre società di provvedere entro fine anno all’interramento o allo spostamento delle tre linee nel mirino. Ricorso già annunciato.
Una sentenza storica. E un bel risarcimento per i comitati. E’ infatti di 632 mila euro l’importo totale che dovranno sborsare le società Enel, Grtn e Terna ai 79 cittadini di Scorzè per il caso elettrosmog. Inoltre le tre società dovranno interrare e/o spostare le linee elettriche che passano sopra il quartiere (le numero 217, 582 e 583) entro il 31 dicembre di quest’anno. E’ quanto ha stabilito nei giorni scorsi il giudice Marcello D’Amico della terza sezione del tribunale civile di Venezia dando ragione ai residenti della zona di via Battisti, De Gasperi, Olmara e Volta.
Il ricorso del comitato, sostenuto dall’avvocato Giorgia Pellerano, risale al 2002. Il giudice D’Amico ha di fatto confermato quanto già deciso in via provvisoria nel settembre 2003 dal giudice Antonella Guerra. Ma la vicenda di sicuro non finirà.
La sentenza.
E’ contenuta in 54 pagine e i particolari sono stati presentati al comitato mercoledì sera dalla stessa Pellerano. La sentenza dice che «la continuazione dell’esposizione a valori superiori a 0,4 microtesla può comportare un rischio di leucemia infantile e, quindi, un serio e concreto pericolo per la salute». Infatti il tribunale rileva che questo pericolo è riconosciuto anche dalle legge 36 del 2001 che sottolinea come sia importante la continua ricerca scientifica in materia poiché non sono rassicuranti le conoscenze raggiunte. Ragion per cui la sentenza dice che «a fronte di tale sicuro rischio per la salute umana e per il benessere della vita, le esigenze della produzione e l’interesse al rifornimento di energia elettrica divengono cedevoli».
Danni morali.
Il tribunale ha riconosciuto il danno morale, cioè la sofferenza e il turbamento psichico patito da chi è in una particolare situazione, nella fattispecie da chi sa di vivere in una condizione di grave rischio per la propria salute a causa dell’esposizione a sostanze inquinanti. Per questo le tre società dovranno pagare in modo equo un risarcimento pari a 632 mila euro, ovvero 8 mila euro a ciascuna delle 79 persone interessate, perché «colpevoli di non aver osservato le regole prudenziali che imponevano di adottare, a tutela della salute, livelli di esposizione inferiore a quelli praticati».
I comitati.
Non poteva che essere raggiante l’avvocato Pellerano. Per i comitati è lei l’artefice della vittoria. «Questo pronunciamento - spiega - dimostra come siano pericolosi i campi elettromagnetici prodotti dalle linee elettriche e la necessità di interventi urgenti per metterli in sicurezza». Su questo punto interviene il sindaco Clara Caverzan: «Terna entro il 2017 ha in programma il risanamento delle linee elettriche che sovrastano il nostro comune. Mi auguro che questa sentenza sensibilizzi la Regione ad accelerare la bonifica».
Le società.
In una nota Enel fa sapere che la sentenza è «in contrasto con le numerose decisioni rese sulla stessa materia anche dallo stesso tribunale di Venezia. Ricorreremo in appello perché non condividiamo i contenuti e i motivi anche tenendo presente che, con questa sentenza, il tribunale fissa parametri decisamente inferiori a quelli previsti dalle norme vigenti, già estremamente cautelativi anche rispetto ai limiti indicati a livello europeo». Interviene anche Terna: «Al momento il giudizio ci è sfavorevole ma solo qualche giorno fa abbiamo vinto una causa simile, al tribunale di Monza, promossa dal Comune di Brughiero. Il che, considerato il pieno rispetto da parte di Terna della normativa in materia, ci fa ben sperare per l’esito dell’appello che presenteremo».
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