Colombi, allarme Asl"C’è un reale rischio sanitario"

La preoccupante lettera del direttore del Dipartimento di prevenzione a Ca’ Farsetti
L'incipit è forte e preoccupante: «I risultati delle campagne mensili di analisi dimostrano che la popolazione dei colombi veneziani - senza eccezione per nessuno dei sestieri - è affetta da numerose e gravi patologie, molte delle quali (per fortuna, non tutte) trasmissibili all'uomo in maniera diretta». La chiusa lo è ancora di più: «Risulta evidente che i colombi di Venezia sono vettori di malattie e qualora la situazione rimanga inalterata - oltre all'ovvio obbligo di mettere immediatamente al corrente le Autorità competenti - dovrà anche essere presa in seria considerazione la necessità di informare la popolazione e i turisti del reale rischio sanitario, che deriva dal contatto diretto con i colombi e con le loro deiezioni, rischio sicuramente sempre maggiore per i soggetti giovani, anziani e per quelli con diminuita risposta immunitaria». Firmato, Sergio Lafisca, direttore del Dipartimento di prevenzione.


La missiva è datata 25 settembre ed è la risposta ad un preciso quesito posto dal Comune, pochi giorni prima: quale l'effetto che la presenza di un elevato numero di colombi può avere sulla salute di cittadini e turisti? La risposta fornita dall'Asl 12 offre all'amministrazione l'opportunità di poter intervenire immeditamente in nome della difesa della salute pubblica - senza dover attendere i sei mesi di legge per la revoca dei plateatici - con l'ordinanza di sgombero dei banchi di vendita del grano che trasformano Piazza San Marco in un succulento ristorante per decine di migliaia di piccioni, con ciò che ne deriva per danni alle opere d'arte. Ora l'Asl ricorda i rischi reali per l'uomo, in particolare i soggetti più deboli o immunodepressi - salmonellosi, clamidiosi, toxoplasmosi, tenia, ascaride, zecche, stafilococcosi - in un articolato parere, che il direttore generale Antonio Padoan ha fatto pervenire alla segretria del sindaco.

 «Altra e non meno inquietante fonte di nocività per l'uomo», prosegue Lafisca, viene dalla tonnellata di guano, con la quale ogni singolo giorno decine di migliaia di colombi ammantano la città, «favorendo la distribuzione sul territorio di notevoli quantità di verminosi parassitarie del colombo e di altri uccelli, fra le quali Ascaridiosi, Capillariosi e Teniasi». Guano «dapprima in forma solida (e quindi pericoloso per contatto superficiale), ma poi rapidamente trasformato in aerosol (e quindi in grado di entrare in contatto con l'albero respiratorio, provocando forme infettive respiratorie assai gravi, quali polmoniti, broncopolmoniti e simili)».

 La conclusione? «Queste problematiche, se non opportunamente gestite, portano alla comparsa di zoonosi diffuse, ossia di malattie e infezioni che si trasmettono dal colombo all'uomo e agli altri animali».

 Che fare? «Indispensabile provvedere a mitigare questi fattori», scrive Lafisca, «anche riducendo drasticamente il carico demografico dei colombi», l'offerta di cibo, «i siti protetti per una confortevole nidificazione», senza dimenticare che l'attuale situazione incide negativamente su tutto l'ecosistema lagunare, che il dilavamento arricchisce oltremodo di microrganismo manifestamente patogeni». «Per quanto concerne la zona di Piazza San Marco», conclude il direttore del dipartimento di prevenzione, «punto elettivo di foraggiamento, si conta un'elevatissima concentrazione di individui in contatto diretto con gli esseri umani, aumentando oltre misura i fattori di rischio. Per non tacere della diffusa presenza di animali anche sui tavolini dei pubblici esercizi».

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