Caverzan a casa. «Torno a insegnare»

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso, in municipio resta il commissario
Clara Caverzan non tornerà più in municipio: lo scranno da sindaco continuerà ad essere occupato dal commissario prefettizio Luigi Pizzi, in attesa delle prossime elezioni di primavera. Lei, la sexy (ex) sindachessa del Nordest, impegnata in queste settimane nella presentazione del suo libro scandalo - ieri a Cavallino oggi a Cattolica - fa quasi spallucce. «Sono delusa, per adesso dico basta con la politica. Non ho intenzione di ricandidarmi, e da settembre torno a fare la maestra».


E intanto l’ex sindaco se ne va in vacanza in Egitto. A mettere la parola fine sulla vicenda è la pubblicazione dell’ordinanza con la quale la quinta sezione del Consiglio di Stato respinge la richiesta di sospensiva sulla sentenza del Tar Veneto che il 4 giugno scorso aveva dichiarato illeggittime le delibere con le quali il Consiglio comunale aveva provveduto alla sostituzione degli undici consiglieri dimissionari, che sono la causa originaria del commissariamento prefettizio del Comune. Entrando in parte anche nel merito dell’intricata vicenda il tribunale spiega che le dimissioni del 19 marzo degli undici consiglieri sono avvenute in modo contestuale, ed è normale quindi che abbiano portato alla caduta del governo cittadino, privo ormai di una sua maggioranza. Gli undici consiglieri - tra i quali anche Michele Scolaro (An) - nei giorni scorsi erano tornati a ribadire la contestualità delle loro dimissioni con una lettera firmata fatta avere al Consiglio di Stato prima della camera di consiglio.


«E’ la prova - spiega Caverzan - che sono stata tradita da An. Scolaro in consiglio aveva dichiarato che le sue dimissioni erano legate a motivi di salute, firmando questo documento ha dichiarato il contrario». Aldilà dei tortuosi passaggi della giustizia, la decisione del tribunale amministrativo mette fine alla storia di una maggioranza travagliata, che se da un lato era riuscita a rompere il monopolio ex Dc dall’altro non è mai stata capace di trovare un obiettivo comune, pagando il vizio d’origine di essersi messa insieme con il solo obiettivo di battere, come poi è stato, il sindaco uscente, Romano Centomo (Margherita, oggi Pd). Defezioni e mal di pancia in Forza Italia e nelle liste civiche, voci di rimpasti e richieste di verifiche, sono andati avanti per mesi. A fare festa ora sono quelli dell’opposizione e i contestatari del centrodestra. Esponenti di Fi e An ieri sera hanno brindato in piazza al coro di «Tutti a casa».


«Scandaloso - dice Claudio Codato, Lega Nord -, dovranno rendere conto della paralisi in cui hanno gettato il Comune di Scorzè». Ma nell’opposizione non hanno dubbi sulla bontà dell’operazione. «La democrazia prevede un rimedio estremo di fronte allo sfascio, alla paralisi e all’incapacità totale di governare - spiegano Giuliano Zugno e Graziano Pizzolato del Pd - cioè quello di mandare a casa il sindaco, sfiduciandolo di fatto con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri. Questo è avvenuto a Scorzè: era una cosa chiara, evidente, ben nota anche nella correttezza della procedura, necessaria per il bene di Scorzè». Di tutto questo, aggiungono, l’ex sindaco e i suoi non hanno voluto rendersi conto, «compiendo atti illeggittimi che quindi sono stati annullati».

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