Cariparo conferma Saro Finotti al braccio di ferro sul comitato nomine

ASSE Roberto Saro (a sinistra) insieme ad Antonio Finotti
ASSE Roberto Saro (a sinistra) insieme ad Antonio Finotti
 PADOVA.
Piccoli passi per evitare strappi. Il consiglio di amministrazione di Fondazione Cariparo ha approvato, giovedì, il rinnovo del contratto al segretario generale Roberto Saro. Ma su retribuzione ed eventuale assunzione (Saro è un dipendente di Cariveneto in distacco alla Fondazione) il presidente Antonio Finotti ha preso tempo. Parallelamente, il numero uno dell'ente azionista di Intesa Sanpaolo (4,9%) è stato messo (nuovamente) di fronte alla necessità di istituire un comitato nomine. Un passaggio, questo, informale, ma sul quale c'è una convergenza tra le diverse anime della Fondazione che non lascia molto spazio a Finotti.
 Strada in salita.
Dopo lo stop incassato in consiglio generale sulla sua proposta di nomina a vicepresidente vicario di Sandro Fioravanti, Finotti ha preferito non aprire nuovi fronti di contestazione. La gestione del rinnovo del segretario generale è, infatti, piuttosto scivolosa. Due elementi risultano utili a chiarire questo aspetto: il contratto di Saro è stato rinnovato fino ad aprile 2013, ovvero fino alla data di scadenza del mandato di Finotti. Il ruolo del segretario generale - è, in sintesi, il concetto sottinteso - è fiduciario e legato alla figura del presidente. Per questo, oltre all'aspetto economico, anche sulla possibile assunzione di Saro (che è dipendente Cariveneto in distacco alla Fondazione) non si è arrivati a un punto fermo. Laureato in Scienze economiche e bancarie a Siena, Saro ha iniziato il suo percorso professionale alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, passando poi alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dove si è occupato anche dell'avvio operativo della Fondazione, alla quale è approdato nel 1993 con il ruolo di funzionario della Segreteria Generale. L'asse di ferro Finotti-Saro è uno degli elementi di contestazione: anche se "naturale", è il rilievo, il legame risulta critico alla luce della scarsa collegialità con la quale vengono prese le decisioni nell'ente.
 Vicario e stipendio.
La seconda spigolatura emersa, riguarda la necessità di prevedere in pianta organica un vice segretario, passaggio funzionale a un bilanciamento dei poteri. Segno, anche questo, di come il clima intorno a Finotti sia tutt'altro che sereno. Quanto alle spettanze di Saro, il presidente ha preso tempo, precisando, però, come le voci circolate sulla stampa - ma non solo - (ovvero un adeguamento dello stipendio annuo a 400mila euro) siano infondate e lontane dalla realtà. Sul tavolo del Cda, Finotti non ha presentato alcuna proposta. Formularne una che, contemporaneamente, non deluda le aspettative e possa trovare un minimo di consenso non sarà affatto facile. Sta di fatto che, per ora, si è deciso di rinviare la decisione a un prossimo consiglio.
 Braccio di ferro.
Sul fronte della compattezza dell'ente, altrettanto rilevante è la partita in corso sul vicepresidente vicario e, più in generale, sulla modalità con cui Fondazione Cariparo arriva a esprime i suoi rappresentanti. In seno all'ente ma anche in Intesa Sanpaolo. Per questa ragione, Finotti è stato nuovamente sollecitato a costituire, nell'ambito degli organi di vertice, un comitato nomine. Da singoli contatti e riunioni informali è emersa una convergenza ampia su questo che, vista la situazione che si è venuta a creare sulla nomina di Sandro Fioravanti, Finotti dovrà vagliare. Una volta stabilito se si arriverà alla costituzione di un comitato nomine, sarà, evidentemente, determinante capire i poteri di questo e la sua composizione.
 Nodo Fioravanti.
Già nel passato il presidente era stato sollecitato sul comitato nomine, ma la richiesta era stata rispedita al mittente. Il numero uno della Fondazione ha tutta l'intenzione di riproporre in consiglio generale la nomina a vicepresidente vicario di Fioravanti. Ma i mal di pancia, su questo, sono molti e diffusi. Nella migliore, per Finotti, delle ipotesi c'è il rischio di arrivare alla nomina di Fioravanti con un consiglio irrimediabilmente spaccato.

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