Calearo: fattore B in crisi
L'imprenditore-deputato «consigliere» del Cavaliere prende le distanze e si consola con i conti aziendali

Il deputato Massimo Calearo
VICENZA.
«Hanno vinto gli italiani e ha perso la politica. E' finita un'era. E' stato messo in crisi il fattore B, tutti i politici che iniziano con la B». Massimo Calearo Ciman, consigliere personale del Premier, nonostante il raffreddore e le «sberle» delle urne non perde il suo proverbiale smalto. Nel quartier generale della società che porta il suo cognome, nel cuore della provincia vicentina, ieri, voleva parlare della sua azienda, di come va e di cosa ha in mente. E la politica? «A fine legislatura non chiederò di essere ricandidato. Se poi mi chiedono di restare, ci penso. Ma io sono un imprenditore prestato alla politica. E la Dal Lago non si preoccupi, non voglio fare il sindaco, per quello servirebbe un impegno h24. Dopo Roma, al limite, mi potrebbero interessare solo Bruxelles o New York». Al solito Calearo alla fine si è messo a ragionare di politica. Poi se ne andato e a parlare di affari sono rimasti Rotondi e il vicepresidente Calearo Junior. La società di Isola Vicentina nel biennio della crisi ha vissuto dei momenti difficili. Ma la ripresa c'è stata e il picco del 2008 e stato ripristinato. La Calearo Antenne, tra i primi 4 al mondo del settore e con il 12% di quote di mercato, ha chiuso il 2010 in crescita del 44,% a 50,7 milioni di euro e in utile netto per 700 mila euro. Non un vagone di profitti, ma nel 2009 l'ultima riga del conto economico riportava un rosso di 2 milioni di euro. Le previsioni 2011 sono per 60 milioni di ricavi, ma c'è visibilità con gli ordini fino al 2014 (fatturato oltre i 70 milioni). A trainare la risalita l'importante processo di diversificazione che, tra le altre cose, ha prodotto un accordo con l'Agenzia Spaziale Europea, tramite la Cat, cioè la divisione tecnologie avanzate: «La cassa integrazione è alle spalle, ora stiamo assumendo».
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