Bocciatura per chi bestemmia, occupa la scuola o sciopera

Il Consiglio d’istituto dell’Artistico vara un durissimo regolamento di disciplina. Studenti in rivolta
Niente esame di Stato e neanche lo scrutinio finale per chi bestemmia, dice parolacce o partecipa all’occupazione della scuola. O anche se sciopera, quando le «infrazioni» siano reiterate nel tempo. Un decalogo severissimo, quello approvato nei giorni scorsi dal Consiglio di Istituto del liceo Artistico, su proposta del preside Bartolomeo Tribuna.


Decisione che ha già provocato la protesta di molti studenti, alla vigilia di nuove agitazioni nel mondo della scuola contro la riforma Gelmini e di una rivolta che si allarga a macchia d’olio. «Non si è mai vista una cosa del genere», dicono, chiedendo per ovvie ragioni l’anonimato, «qui si punta a togliere agli studenti ogni diritto e a punire il dissenso, eliminando diritti conquistati dalle lotte degli ultimi decenni».


Accanto ai diritti e doveri degli studenti, ai principi fondamentali e alle sanzioni per comportamenti poco consoni alla vita di comunità, come hanno quasi tutte le scuole, il nuovo «Regolamento di disciplina» dei futuri artisti - approvato nella seduta del 9 ottobre scorso - prevede una stretta significativa alla libertà di movimento e di espressione degli studenti.


Nove articoli, 47 commi e due tabelle. Un testo dettagliatissimo che prevede procedimenti e sanzioni per infrazioni lievi ma anche «gravi e gravissime». Leggere per credere. A pagina 4, tabella 2, ecco 11 «mancanze disciplinari specifiche» contraddistinte con le lettere dell’alfabeto. Le infrazioni «gravissime» previste sono le bestemmie o uso di termini gravemente offensivi o lesivi della dignità altrui (comma h), «gravi e volontari danneggiamenti delle strutture della scuola» (i), ma anche la semplice occupazione della scuola e se reiterata, «l’astensione in massa della classe dalle lezioni», cioè lo sciopero, più grave delle violenze contro gli altri. Qui scatta la punizione esemplare, che secondo alcuni mette a rischio a anche la libertà di sciopero. La pena può essere infatti - la decisione spetta al Consiglio, sulla base di questo testo - addirittura l’esclusione dall’esame di Stato e dallo scrutinio finale, oppure la sospensione «per un periodo superiore ai 15 giorni». E, nei casi meno gravi, bontà loro, i giudici prevedono il «solo allontanamento fino al termine dell’anno scolastico». Ci sono anche sanzioni intermedie (da uno a tre giorni di sospensione) per «mancanza di attenzione durante le lezioni», «cellulare acceso», «uso della macchinetta delle bibite in orario non consentito».


Un documento approvato dall’organo che ha il compito di garantire la democrazia e il funzionamento della scuola. Ma soprattutto una novità che a molti studenti e molti genitori non piace affatto. Giusto punire gli eccessi, dicono, ma pericoloso imboccare una strada che cancella i diritti e non prevede la libertà di sciopero e di dissenso, com’è sempre stato».


Nell’autunno del 2005 il preside Tribuna era stato protagonista di una dura polemica con gli studenti perché per porre fine all’occupazione aveva chiamato la polizia e gli occupanti erano stati denunciati. Altra occupazione lo scorso anno, e anche qui il preside aveva annunciato l’arrivo della forza pubblica. C’era stato anche qualche danneggiamento, opera di qualche minoranza degli occupanti. Anche questo forse un episodio che ha spinto il Consiglio di Istituto ad approvare il nuovo regolamento con sanzioni durissime. In questi giorni il regolamento è stato inviato nelle case insieme al «Patto di corresponsabilità educativa», che dovrebbe essere firmato da tutti i genitori, i professori e gli studenti. In pratica, una ratifica delle nuove sanzioni decise dalla scuola che molti studenti e genitori intendono impugnare in ogni sede.

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