Basso Piave, messe nere e droga

Dal Trevigiano fino a Jesolo troppi giovani coinvolti
JESOLO. Messe nere, occultismo, giovani avvicinati da misteriosi gruppi addentrati nella negromanzia. Le ricerche di Mario Borgia, investigatore privato trevigiano, portano direttamente sul litorale jesolano e l’entroterra sandonatese. Le indagini sono iniziate quest’estate quando alcune famiglie, per lo più della zona, ma anche della Marca, lo hanno contattato per conoscere meglio le frequentazioni dei loro figli da qualche tempo molto strani negli atteggiamenti. Ragazzi sempre più stralunati, apparentemente sotto l’influsso di droghe e sostanze psicotrope. Borgia, che sul litorale e nel Basso Piave ha già svolto interessanti indagini, ha azionato il suo radar per scoprire cosa possa esserci dietro le preoccupazioni di famiglie.


Per il momento è ancora solo all’inizio di un’indagine che potrebbe svelare retroscena scabrosi visti i precedenti mai approfonditi. Guaritori, sacerdoti dell’occulto, magia bianca e nera sono stati più volte denunciati da cittadini preoccupati nel vedere strani movimenti in abitazioni di San Donà e Jesolo, luci accese di notte, odori nauseabondi nei giardini e chi più ne ha più ne metta. «Funziona così- spiega Borgia- dietro all’occultismo ci possono essere organizzazioni che sfruttano i giovani per commercializzare gli stupefacenti. Li contattano nelle discoteche o gli ambienti notturni. Spesso delle ragazze carine e dalla parola facile sono l’esca giusta. Poi si arriva a riunioni in qualche casa segreta, i primi approcci secondo rituali che servono per affascinare i nuovi adepti. A quel punto le strade sono due. O si arriva ad una vera e propria setta alla ricerca di nuovi adepti per strani rituali più o meno satanici, oppure entra in gioco il sesso sfrenato e l’uso di sostanze che procurano più che nuovi adepti nuovi dipendenti».


Le famiglie che hanno contattato l’investigatore privato vogliono prima di tutto capire. Capire perché hanno perso di vista i loro figli, cosa è sfuggito alla loro comprensione di genitori amorevoli, ma evidentemente distratti. Il secondo passo sarà intervenire con le forze dell’ordine per reprimere un fenomeno non certo nuovo da queste parti. Le messe nere, infatti, non sono una novità all’interno di vecchie case coloniche, abbandonate da anni in tutto il Basso Piave. «Ci stiamo muovendo soprattutto per capire cosa stia accadendo- spiega Borgia- e per ricostruire la rete di rapporti e di storie che possono aver alimentato un certo mondo in un’area come il Veneto Orientale che si è sviluppata in pochi anni, ha accolto tanti nuovi residenti e poi persone che in questa improvvisa ricchezza hanno cercato di fare affari, magari inventando rituali taumaturgici e improbabili cure pagate profumatamente».

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