Auto recuperata dal Sile davanti all’Osteria da Nea, due morti

I corpi di Rosita e Mauro Dal Corso, 55 e 52 anni, sono stati trovati nell’auto inabissata nel Sile a Silea. Erano scomparsi da una settimana, dopo la morte della madre Maria Bovo. Gli inquirenti ipotizzano un gesto volontario

Rossana Santolin
L'auto recuperata dal Sile
L'auto recuperata dal Sile

Due cadaveri, intrappolati da giorni all’interno di un’auto inabissata nel Sile. Il ritrovamento oggi pomeriggio, giovedì 15 attorno alle 15, nel tratto di fiume che scorre all’altezza della nota osteria Da Nea, a Silea.

Si tratta dei corpi di due fratelli, Rosita Dal Corso , 55 anni, e Mauro, 52, originari di Mirano. Sono i figli di Maria Bovo, la donna di 77 anni ritrovata morta nel Sile lo scorso 10 ottobre in località Portegrandi, a Meolo. Sia la madre che i figli erano scomparsi da casa dal 9 ottobre.

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Foto ©️Lorenzo Pòrcile

I carabinieri di San Donà di Piave, in collaborazione con i militari del Nucleo operativo di Treviso, indagano sulla vicenda sotto il coordinamento della Procura che ha già disposto l’autopsia. Dalle prime ricostruzioni dietro la tragedia ci sarebbe un gesto volontario dei due fratelli, pianificato dopo la morte della madre.

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Il recupero dell'auto nel Sile

L’esito dell’autopsia sul corpo dell’anziana avrebbe escluso il decesso per annegamento. Da qui la macabra ipotesi che i figli possano aver caricato in auto il corpo della madre per poi lasciarsi inghiottire dalle acque del Sile dove sono stati rinvenuti ieri, una settimana dopo l’anziana, trascinata dalla corrente fino al confine veneziano.

La complessità del riconoscimento

I condizionali attorno alla vicenda e in particolare sulle cause che l’hanno provocata andranno utilizzati almeno fino a quando non saranno completate le procedure di riconoscimento, rese particolarmente complesse dallo stato in cui versano i due corpi, e le autopsie su entrambi.

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Le circostanze e il fatto che l’auto ripescata dal fiume, una Renault Captur, risulti intestata alla figlia della settantasettenne, permettono di affermare che i cadaveri appartengano a Rosita Dal Corso e al fratello Mauro Dal Corso. I figli della Bovo risultano infatti scomparsi dal 9 ottobre, giorno precedente il ritrovamento della donna nel tratto di fiume che lambisce il campus di H-Farm, al confine fra Meolo e Roncade.

Il possibile suicidio

La pista del suicidio è quella più probabile agli occhi degli investigatori. Stando all’esito dell’autopsia, Maria Bovo non aveva acqua nei polmoni e non presentava segni di violenza. Quando il suo corpo è stato inghiottito dal fiume la settantasettenne era già deceduta.

Una tragedia a cui i figli non avrebbero retto tanto da condurli a una decisione estrema che va interpretata tenendo conto del contesto di marginalità sociale che fa da sfondo alla vicenda. La famiglia Bovo era da tempo seguita dai servizi di assistenza sociale del Comune di Mirano.

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Risale a tre anni fa un post comparso sul profilo Facebook di Rosita Dal Corso nel quale la donna confidava le difficoltà legate all’assistenza della madre citando anche il fratello Mauro. Un lungo sfogo da cui sembra filtrare un rapporto di dipendenza reciproca fra i figli e il genitore, forte come un destino comune anche se questo coincide con la morte.

Le ricerche con l’elicottero

Dopo il ritrovamento del corpo della donna e la successiva denuncia di scomparsa dei figli, fatta da altri parenti, i carabinieri hanno avviato le ricerche coinvolgendo anche i militari del comando provinciale di Treviso e i vigili del fuoco che ieri hanno sorvolato la zona con l’elicottero. Attorno alle 15 i soccorritori sono convogliati in forze lungo l’alzaia del Sile, ma già dalla sera precedente risultavano segnalazioni di ricerche in zona, forse allertate dai residenti che avevano notato qualcosa in acqua.

Il recupero dell'auto
Il recupero dell'auto

La carrozzeria dell’auto non presentava segni riconducibili ad una fuoriuscita accidentale, magari provocata dall’urto con un’altra vettura, ed era coperta di alghe e fango, segno di una presenza prolungata nei fondali dove sarebbe tragicamente scivolata almeno una settimana fa. Solo le indagini dei carabinieri che hanno rilevato le immagini dei sistemi di sorveglianza presenti in zona, e gli esiti dell’autopsia, potranno delineare la precisa cornice temporale in cui si sono svolti gli eventi.

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