Anche Rialto sotto esame

Oggi il vertice di Comune e Soprintendenza dopo la grande paura di sabato a Palazzo Ducale
Mettere i monumenti di Venezia sotto controllo statico, a cominciare dal ponte di Rialto, il primo della lista a parte l'area marciana.

Il Comune ha già contattato l'Iuav e il rettore Carlo Magnani, perché il Laboratorio Prove e Materiali dell'ateneo - considerato all'avanguardia e con sede nell'ex macello di via Torino - crei una sorta di "pool" di docenti e esperti dell'università che si occupi del monitoraggio e delle indagini statiche di quegli edifici che, se non destano preoccupazioni nell'immediato, potrebbero rivelare amare sorprese, come è avvenuto nel caso del distacco del pezzo di arcone della facciata sul Molo di Palazzo Ducale.

E' un progetto che Ca' Farsetti aveva già avviato - consapevole della serietà del problema - e di cui si parlerà anche oggi nella riunione che era già stata programmata prima dell'ultimo crollo, in seguito alla caduta di un pezzo di paramento lapideo dell'Ala Napoleonica, fortunatamente senza danni, ma che ora - dopo il caso del Ducale - è divenuta ancora più urgente. Ad essa dovrebbe prendere parte lo stesso sindaco Massimo Cacciari, insieme agli assessori alla Produzione Culturale Luana Zanella e ai Lavori Pubblici e Patrimonio Mara Rumiz, al direttore dei Musei Civici Giandomenico Romanelli e alla sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici di Venezia Renata Codello.

Sul tavolo anche il problema del reperimento dei finanziamenti per restaurio e manutenzioni degli edifici monumentali attraverso sponsor.

La Soprintendenza avrebbe sul tavolo tre proposte, tutte straniere, tra cui la più concreta sarebbe quella dell'azienda inglese Harvey Glen Plakatin media Limited, pronta a mettere sul tavolo circa 8 milioni di euro per il restauro per lotti di tutte le Procuratie Nuove fino all'angolo del museo Correr, in cambio di un ritorno di immagine sulla città.

Ma per garantire efficaci sistemi di monitoraggio statico dei principali edifici dell'area marciana, oltre che di altre parti della città, servono molti altri fondi, soprattutto se diviene indispensabile - come ormai appare chiaro - adottare i sistemi di monitoraggio di tipo non distruttivo, molto più costosi, ma assai più efficienti di quelli già adottati attualmente.

Già sette anni fa, proprio in occasione del restauro della facciata del Ducale che dà sul Molo - dove è avvenuto il distacco - il Comune aveva promesso un monitoraggio permanente delle facciate monumentali dei musei veneziani, per tenerle costantemente sotto osservazione e verificare subito eventuali danni o cedimenti provocati dall'inquinamento. Un nuovo programma lanciato dal Comune e dalla Direzione dei Musei Civici, in collabocon l'obiettivo di costituire una sorta di"mappa" computerizzata degli edifici monumentali da riversare poi anche su Cd-Rom e che avrebbe dovuto costituire poi la base per accertare eventuali variazioni negative.

Ma poi - per la mancanza di finanziamenti - tutto si era fermato e il problema ora si ripropone. «Ci aspettiamo i fondi necessari dal rifinanziamento della Legge Speciale - spiega il capo di gabinetto del sindaco Massimo Cacciari, Maurizio Calligaro - e proprio per questo il Comune ha chiesto e ottenuto che il finanziamento delle rete antincendio avvenisse a parte, all'interno della Legge Finanziaria. Abbiamo bisogno di almeno 50 milioni di euro, che servano oltre che per far proseguire la manutenzione urbana con i cantieri di Insula, anche per riprendere a garantire la manutenzione e il restauro degli edifici della città. Se avremo questi fondi, potremo affrontare seriamente anche il problema del monitoraggio statico dei monumenti».

Gli ultimi drammatici distacchi del Correr e del Ducale - per fortuna senza conseguenze - potrebbero, paradossalmente, rendere più facile convincere il Governo che sulla salvezza di Venezia occorre investire di più, Mose a parte.

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