Altro barchino impazzito.Allarme sicurezza

In acqua il ragazzo al timone. Solo tre notti fa schianto mortale. Feriti i tre agenti autori del salvataggio: tutti addosso al mezzo che girava su se stesso. Il giovane illeso «Colpa di un'onda»
Un altro barchino impazzito, un altro ragazzo che finisce in acqua - a poche ora di distanza dal tragico incidente mortale avvenuto venerdì notte nel canale di San Servolo - ma questa volta senza gravi conseguenze, anche se i tre agenti di polizia che sono coraggiosamente riusciti a fermare l'imbarcazione, sono tutti feriti e contusi, con prognosi sino a 15 giorni. E' accaduto ieri intorno alle 14 in Bacino di San Marco, di fronte all'isola di San Giorgio. Il ragazzo avrebbe perso il controllo del barchino - secondo il suo racconto - per un'onda e sarebbe finito in acqua, con il natante a girare su sé stesso. Subito avrebbe iniziato a gridare aiuto, terrorizzato anche dalla prospettiva che l'elica della barca ormai fuori controllo, potesse colpirlo. Sul posto sono rapidamente intervenuti carabinieri, Capitaneria di Porto e polizia, mentre il barchino, ormai fuori controllo, continuava a girare su sé stesso, a forte velocità, circa 50 chilometri l'ora. Il ragazzo è stato tratto in salvo, ma la situazione iniziava a farsi pericolosa, anche perché stava sopraggiungendo, trainato da un rimorchiatore, il Grand Bleu, uno degli yacht più grandi del mondo, appartenuto sino a un anno fa al miliardario russo Roman Abramovich, proprietario della squadra del Chelsea.


I tentativi di imbrigliare il natante con delle funi non avevano successo e allora si tentava una manovra pericolosa ma coronata da successo. Due degli agenti di polizia presenti su un'altra barca riuscivano ad accostarsi al barchino e a tenerlo fermo, mentre il terzo si gettava letteralmente su di esso, riuscendo a spegnere il motore. Per i tre coraggiosi agenti di polizia ferite alla mano, lussazioni alla spalla e altri danni che comportavano il trasporto al Pronto Soccorso del Civile e una prognosi per tutti di una quindicina di giorni. Illeso il ragazzo che era alla guida del barchino e che ha spiegato di aver perso il controllo del mezzo per un'onda che lo ha scaraventato in acqua senza che riuscisse neppure a spegnere il motore. Il nuovo incidente ripropone il tema della sicurezza in laguna, a poche ore di distanza dalla tragica morte del diciannovenne Andrea Cristante, a bordo del barchino con motore da 100 cavalli che si è schiantato contro una bricola, mentre insieme agli amici, distribuiti su tre imbarcazioni, correva poco prima delle 2 di notte di sabato verso il Lido, Anche qui l'incidente si spiega secondo i protagonisti con un'onda che il conducente del barchino - Paolo Berton - non avrebbe visto e che avrebbe comportato l'urto contro la bricola, a velocità comunque elevata, secondo le prime testimonianze.


Starà ora al magistrato accettare la dinamica certa dell'incidente, ma il problema della sicurezza resta, e molto duro è il commento sulla vicenda del vicesindaco e assessore alla Polizia Municipale Michele Vianello: «Bisogna spiegare a questi giovani che non ci corre in laguna con barchini con motori da 100 cavalli, o qualsiasi precauzione è inutile. Bisogna che entri loro in zucca e che siano le famiglie, per prime, che gli affidano queste imbarcazioni, a farglielo capire». Non dissimile anche il commento del comandante della polizia Municipale Marco Agostini: «Noi facciamo tutto quello che possiamo, anche oggi (ieri ndr) sono fuori per i controlli quattro pattuglie e quando registrano irregolarità, fioccano le multe. Ma non possiamo controllare la laguna a ogni ora del giorno e della notte, la prima difesa sono i comportamenti individuali corretti, perché la dinamica di queste incidenti è la stessa delle stragi del sabato sera, con la differenza che questi barchini con motori potenti sono ancora più pericolosi, delle vere “bombe” se affidati a mani imprudenti o poco esperte. Sono le famiglie le prime a dover vigilare. Anche oggi (ieri) alle Zattere ho visto un barchino filare a tutta velocità con due ragazzi a bordo e se continuano a comportarsi così, l'incidente, prima o poi, purtroppo ci scappa».
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