Alluvione, tutti in piazzacontro il sindaco
Si sono presentati in cinquecento, ieri mattina, davanti al municipio di Mestre in via Palazzo per protestare contro il sindaco Cacciari, che però non si è presentato: ha fatto sapere che non aveva con loro appuntamento. I comitati degli alluvionati sono stati ricevuti dal capo gabinetto al quale hanno lanciato le loro accuse. Il Comune ha comunicato di aver messo in piedi una task force che dovrà valutare i danni e avviare i rimborsi una volta ottenuto il via libera governativo. Lunedì ci sarà un consiglio comunale dedicato all'alluvione

L'appuntamento è per le 10 davanti al municipio di Mestre ma a quell'ora via Palazzo è già invasa di gente. Oltre 500 persone hanno partecipato ieri alla protesta dei comitati degli allagati, riuniti nel comitatone delle almeno 10 mila famiglie, 100 mila persone, finite a mollo mercoledì in tutta la terraferma. Volevano parlare col sindaco, che non si è visto. E dopo la protesta e qualche attimo di tensione, con spintoni all'ingresso del municipio, il confronto tra i rappresentanti dei comitati e il capo di gabinetto Calligaro.
Il sindaco, come previsto, non si è visto ieri in via Palazzo. Parlerà coi cittadini al Consiglio comunale del 8 ottobre. Dal bosco di Mestre ha motivato ai giornalisti così la sua assenza: «Non obbedisco a nessuno, neanche al Padreterno».
La protesta.
Al posto del sindaco, la gente - più di 500 persone - hanno atteso davanti al Municipio, presidiato da vigili e poliziotti, il capo di gabinetto Maurizio Calligaro e l'assessore ai Lavori Pubblici Sandro Simionato. La conferma che il sindaco non c'è, scatena fischi e proteste. «Vergogna», urla la gente. Partono cori triviali: «Siete delle merde» e «Vaffa» assieme ad un improbabile «Cacciari fascista».
Attimi di tensione.
Maurizio Contavalli dell'associazione salvaguardia di Marghera cerca di forzare il cordone delle forze dell'ordine per entrare in Municipio, alcuni lo seguono e volano spintoni. «Abbiamo perso tutto, Cacciari venga subito qui oppure si dimetta», urla una ragazza bionda mentre una elegante signora usa una scarpa come tamburo sulle vetrate del Municipio. Dietro di lei, le urla di disapprovazione. La gente vuole salire per ascoltare, non basta,dicono, un incontro aperto ai soli portavoce dei comitati. Alla fine torna la calma, ma due vigili rimangono contusi.
I comitati:
Alle 11.05 i rappresentanti dei comitati dialogano finalmente con Calligaro e Simionato e dalla contestazione si passa al confronto, civile e serrato. «Servono interventi di sistema in più rispetto a quelli indicati nel piano delle acque. Il piano da solo non basta, non prendiamoci in giro», spiega Calligaro. 32 ordinanze sono state firmate l'altro ieri per togliere «i tappi» dal fosso di Chirignago, altre ne arriveranno per Marcon e l'area da via del Cassero alla San Marco Petroli. «Ci sono stati anche ritardi della macchina comunale», dice, se si firma solo adesso. Al governo il Comune chiede un commissario ad acta per facilitare permessi e progetti e fondi ingenti che coprano anche i mancati contributi del 2006: su 6 milioni di danni ad opere pubbliche, ne sono stati spesi solo 900 mila.
Le assicurazioni.
«Di sicuro servono interventi strutturali nè brevi, nè poco costosi», continua Calligaro. Oggi un vertice in Prefettura, alle 11.30, definirà quali procedure saranno seguite per i contributi di risarcimento danni. Massima sarà la trasparenza sui risarcimenti. «La fognatura di Mestre è mista ed oggi non tiene più - aggiunge il capo di gabinetto, rispondendo alle segnalazioni dei comitati - in alcuni punti va tolta pressione per evitare l'esondazione delle fogne, altrimenti tra cent'anni siamo di nuovo qui. E dappertutto c'è il problema del dilavamento delle superfici. Bisogna pensare a non costruire più con i vecchi sistemi e a togliere pressione da alcune zone. Certo è che 255 millimetri d'acqua in sei ore non li assorbe nessuna città». Intanto, la città è invasa dai rifiuti. Vesta sta raccogliendo il 50% in più dello sversamento quotidiano. All'Asl 12 sarà chiesto di fornire un vademecum a tutela della salute.
Vertice sui danni.
Finito l'incontro con i comitati, alle 13 prende il via in Municipio una riunione operativa tra uffici comunali e Municipalità per mettere in moto la macchina dei risarcimenti. I danni, da una primissima stima per difetto, hanno un valore molto vicino ai 15 milioni di euro. Venerdì il Consiglio dei ministri dovrà assumere le prime decisioni, dopo lo stato di calamità naturale. Venezia attende finanziamenti ingenti ed un commissario. Calligaro ne fa l'identikit: «Un ingegnere idraulico della Regione, che ben conosce il territorio veneziano». Gira il nome di Mariano Carraro, ingegnere idraulico di Zelarino che lavora per la Regione. Un gruppo di lavoro formato da Vincenzo Sabato, direttore generale, ed Enrico Zola, segretario del Comune, definirà i criteri per la concessione dei contributi. Visto che le domande di rimborso saranno tante, saranno assunte 16 persone con contratti a termine per gestire la ricezione delle domande presso le Municipalità, l'Urp e il Protocollo. Entro sabato sul sito internet www.allagamentiterraferma.comune.venezia.it saranno pubblicate tutte le informazioni.
Cosa rimborsare.
Con un accordo si potrebbe arrivare a liquidare non solo i danni ai beni immobili (case, garage) e beni mobili registrati (auto e moto) ma anche gli elettrodomestici, magari con un contributo forfettizzato.
Task force.
Una unità operativa sarà di supporto al futuro commissario. Ne faranno parte Vesta, i consorzi di bonifica Dese Sile e Sinistra Medio Brenta, gli assessorati all'Ambiente, all'Urbanistica, al Patrimonio e ai Lavori Pubblici, la Protezione civile e l'Aato, autorità di bacino. «Questo per dargli piena operatività immediata in rapporto a quel che dovrà fare. Ovvero attivare lavori e portarli a realizzazione e sbloccare progetti fermi». Per le attività commerciali, l'assessore Bortolussi dialogherà con le categorie per intervenire anzitutto sui casi di aziende fermate dalla pioggia.
Tempi veloci.
Il via alle domande di rimborso dovrebbe partire l'8 ottobre fino al 30 novembre. Per liquidare le somme si stimano quattro mesi di tempo. I sopralluoghi tecnici richiederanno anche l'aiuto degli ordini professionali vista la grande mole di lavoro da fare.
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