Caso Venezi, Zaia: «Se non fosse donna, carina e giovane, le polemiche non ci sarebbero state»

Si alza lo scontro politico: la difesa del papà della giovane, Brugnaro prova a mediare. Zaia ricorda il caso Bezos: «Le polemiche? Mai un bel biglietto da visita per la città»

Camilla Gargioni
Beatrice Venezi
Beatrice Venezi

Non si parla più il linguaggio della musica, ma quello della politica. Il terreno di scontro sulla nomina di Beatrice Venezi come direttore musicale della Fenice da ottobre 2026 ha scatenato un polverone di botta e risposta, di attacchi a presunti privilegi e di ricadute di immagine del teatro veneziano.

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia accosta il caso mediatico a quello del matrimonio di Mr. Amazon Jeff Bezos e Lauren Sanchez, che era rimbalzato sulle testate internazionali per il suo impatto sulla città: «Le polemiche non sono mai bei biglietti da visita», le parole di Zaia, «quella ultima su Bezos ha fatto il giro del mondo. Se questa direttrice non fosse donna, non fosse carina, non fosse giovane, probabilmente queste polemiche non ci sarebbero state. Mi risulta, inoltre che ci sono stati direttori prima di lei molto più giovani».

Il caso Venezi, un azzardo che penalizza il sistema
Paolo CostaPaolo Costa
Gli orchestrali della Fenice distribuiscono volantini di protesta

Il botta e risposta politico

La polemica scavalca i confini veneziani, è su più piani ma la polarizzazione è evidente: da un lato ci sono le modalità con cui è avvenuta la nomina (e sotto la lente c’è il sovrintendente Nicola Colabianchi e le mosse del Governo), dall’altra i lavoratori e le proteste messe in atto agli ultimi due concerti del fine settimana appena passato, con pioggia di volantini e stato d’agitazione.

La protesta alla Fenice: prima del concerto volantini degli orchestrali contro la nomina di Venezi
I volantini di protesta distribuiti dagli orchestrali fuori dalla Fenice

«Non si tratta solo di una aggressione mediatica, ma di razzismo culturale ideologico», alza i toni il presidente della commissione cultura della Camera e responsabile nazionale cultura e innovazione di FdI Federico Mollicone, « Il predecessore di Venezi era un pupillo del grande maestro Abbado (Diego Matheuz, ndr), simbolo di una selezione privilegiata e personale e che aveva, quando è stato nominato, un curriculum di gran lunga peggiore di quello di Venezi».

Lo stesso Mollicone ha affermato che, dietro verifica della commissione cultura, sarebbero solo «tre abbonamenti cancellati su 2.300 totali», smorzando le voci di chi parlava di una fuga di abbonati. Dalle file del Partito Democratico, subito la replica: «Mollicone moderi i termini e abbassi i toni. Ma quale razzismo? Come si permette di trasformare una discussione che nasce all’interno delle istituzioni musicali in uno scontro sguaiato?».

Ma la goccia che fa traboccare il botta e risposta arriva dal deputato di FdI e presidente della commissione trasporti della Camera Salvatore Deidda: «Se alcuni abbonati rinunciano a causa della Venezi, anche qualcun altro, dipendente, può rinunciare».

La palla la prende la Cgil: «Dichiarazioni inaccettabili. Pensare che i dipendenti del teatro debbano andarsene perché non la pensano come Fratelli d’Italia è indegno e rivela una grave posizione di regime», afferma Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia, «Non accetteremo che si imponga l’olio di ricino come punizione».

Brugnaro come mediatore

Il presidente della Fondazione Teatro La Fenice, il sindaco Luigi Brugnaro, mette le mani avanti ponendosi come mediatore: proprio ieri, ha incontrato la direzione del teatro e, la prossima settimana (mercoledì 8 ottobre), ha fissato un tavolo che coinvolga anche le rappresentanze sindacali.

«No comment», dice stringato dopo l’incontro. «Non so come si risolve questa situazione, andrò a parlare con tutte le parti coinvolte», sottolinea poi Brugnaro, «mi sembra una questione veemente, prima voglio capire: sono una persona di dialogo. Gli animi si sono scaldati molto, ascoltando tutti si arriverà a qualcosa di buono».

Le rappresentanze sindacali, intanto, si preparano all’incontro, in attesa di un cenno anche dal ministero. Infatti, è anche stato richiesto un tavolo urgente - su tutte le fondazioni liriche - al sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.

Il padre: «è amareggiata»

Nel mare di commenti, spicca la voce del padre di Beatrice Venezi, Gabriele, ex Forza Nuova e già candidato sindaco di Lucca: «Molti hanno scritto che mia figlia Beatrice Venezi non abbia le competenze per la direzione musicale della Fenice perché figlia di un picchiatore di destra, riferendosi al mio passato. Ho smesso di fare politica attiva da 15 anni, anche per evitare che fosse d'ostacolo alla sua carriera. Lei si sente amareggiata per le polemiche e le bugie scritte e dette sul suo conto».

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