Tragedia a Mestre: bimbo di un anno e mezzo cade dal quinto piano, è gravissimo
II dramma in Corso del Popolo a Mestre. l piccolo si è infilato nello spazio tra il telaio e il vetro del parapetto del terrazzino. La corsa disperata all’ospedale

Si è infilato tra le barre di ferro del parapetto, tra una lastra di vetro smerigliato e l’altra, uno spazio tanto stretto che a guardarlo pare impossibile che ci possa passare qualcosa.
Circa un anno e mezzo, minuto anche per la sua età, gattonando il bambino ha invece superato la barriera e ha incontrato il vuoto.
Non l’asfalto, però, non subito: dopo cinque piani di caduta libera è finito sulla tettoia in plastica ondulata di un condizionatore, e poi sì, sul terreno.
Nella serata di sabato 23 agosto, tra corso del Popolo e il parcheggio del supermercato Interspar e dell’Hybrid tower, le sirene del 118 sono accorse per soccorrere un bimbo precipitato dal terrazzino dell’appartamento in cui vive con i genitori e i due fratelli più grandi.
L’allarme è scattato poco dopo le 20.30: la famiglia, di origini bengalesi ma residente in quel condominio da circa dieci anni, a quell’ora era divisa, il padre trentenne si trovava al lavoro, in casa c’era la madre.

«Forse in quel momento stava pregando», sospirano i ragazzi che abitano alla porta affianco, sullo stesso pianerottolo, «È stata questione di un istante».
Il piccolo è sgusciato oltre la balaustra del terrazzino, precipitando da un’altezza di almeno quindici metri; il colpo con quella piccola pensilina, pur tremendo, è stato provvidenziale: a guardare verso il basso, sporgendosi dal balcone, non c’è nulla a interrompere la caduta, le tende da sole o i fili della biancheria tutti ritirati entro il profilo della facciata.
Si tratta del retro dello stabile, le porte di accesso alle scale sono dall’altra parte, affacciate sulla rampa di corso del Popolo: «La mamma è arrivata urlando, da dietro l’angolo, era sconvolta», racconta Syed Kamrul, portavoce della comunità bengalese, che abita nello stesso palazzo - ma a un altro civico - e che ieri sera si è lanciato subito a vedere cosa fosse successo.
«Quando sono arrivati i sanitari in ambulanza non voleva lasciare il bambino, voleva portarlo a casa, era fuori di sé, poverina, non capiva più niente: l’aveva raccolto da terra, credo si fosse rotto un braccio e una gamba». I medici sono riusciti a stabilizzarlo e a trasportarlo d’urgenza all’ospedale di Padova, per competenza pediatrica, in condizioni gravissime.
La famiglia ovviamente l’ha seguito: la madre, ma anche la nonna che abita in un altro appartamento del complesso, così come il padre, accorso dopo il lavoro.
«I terrazzini sono tutti simili, pare assurdo che un bambino possa passarci, ma lui è davvero piccolino, in quello spazio ci si poteva infilare eccome», confermano i vicini, ancora sconvolti dall’accaduto.
Ai piedi del condominio, in tantissimi continuavano a guardare verso l’alto, a cercare di indovinare la dinamica.
All’angolo con via Ca’ Marcello le madri e le bambine della comunità bengalese; dall’altra parte, alle porte del supermercato, gli uomini.
Chi può, parla al telefonino, cercando di sapere qualcosa di più o di raccontare a chi non c’era; gli altri ascoltano, e continuano ad alzare lo sguardo.
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