Il Consiglio di Stato boccia e annulla la tassa d’imbarco imposta da Venezia al suo aeroporto
Accolto il ricordo di Save sui 2.50 euro per ogni passeggero in partenza dal Marco Polo: «Misura non proporzionale»

Il Consiglio di Stato annulla la tassa di imbarco di 2,50 euro per ogni passeggero in partenza dal Marco Polo che era stata introdotta dal Comune di Venezia poco più di un anno fa. I giudici amministrativi hanno infatti accolto il ricorso presentato da Save sottolineando, tra i diversi aspetti, “la non proporzionalità della misura e la sua incidenza su persone (i passeggeri in partenza da Venezia) che verosimilmente potrebbero non essere né cittadini veneziani, né turisti in visita a Venezia – a differenza dei soggetti incisi dalla tassa di ingresso a Venezia - ma magari cittadini veneti che periodicamente si imbarcano dall’aeroporto di Venezia e che pertanto alcun beneficio potrebbero ricevere dai servizi resi dal Comune di Venezia”.
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Dal 1° aprile 2023 i passeggeri in partenza dall’aeroporto di Venezia hanno pagato un’addizionale di 2,50 euro sul biglietto aereo, fossero essi residenti o meno. L’introduzione della tassa, secondo le stime del Comune, ha un gettito lordo di 11,5 milioni di euro annui.
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“Con grande soddisfazione”, si legge in una nota, “Save apprende la decisione del Consiglio di Stato che, con sentenza 04858/2024, annulla l’addizionale comunale di 2,50 euro istituita dal Comune di Venezia per i passeggeri in partenza dall’aeroporto Marco Polo. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto l’appello formulato, tra gli altri, da Save, riformando la sentenza emessa dal TAR Veneto e annullando la delibera del Comune del 23 dicembre 2022 istitutiva dell’addizionale comunale.
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"Il Consiglio di Stato – prosegue la nota ha riconosciuto pertanto l’erroneità degli atti del Comune di Venezia, sia in termini procedurali, che di carenza di motivazione della scelta operata. Un esito in linea con la posizione fin da subito espressa da SAVE, per cui la nuova tassa andava a ledere non solo lo sviluppo del terzo scalo intercontinentale nazionale, ma avrebbe minato anche quello della vasta area servita, considerato il contributo dell’attività dell’aeroporto in termini di mobilità, occupazione, crescita economica”.
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