Federico Palmaroli si racconta, così è nato il 'mio' Osho

(di Maria Elena Marsico) (ANSA) - CIVITAVECCHIA, 29 MAG - Donald Trump, Giorgia Meloni, Re Carlo, fino a Papa Francesco perché "più un personaggio è alto spiritualmente" più si diverte a farlo parlare in romanesco. È la satira di Federico Palmaroli, ideatore della pagina "Le più belle frasi di Osho", che si è raccontato al forum ANSA condotto dal giornalista Domenico Palesse al "Villaggio IN Italia" a Civitavecchia. Lo spazio che accompagna il tour Mediterraneo dell'Amerigo Vespucci, la nave più bella del mondo non risparmiata dall'ironia dell'autore che oggi ha voluto dedicarle la vignetta quotidiana. "Che poi la barca non è tanto fassela, ma mantenella", recita la vignetta con la premier Meloni a bordo del veliero accanto al comandante, il capitano di vascello Giuseppe Lai. Cresciuto con Alan Ford e i fumetti di Diabolik, si descrive come autore satirico e da dieci anni cerca di strappare un sorriso a chi si imbatte nei suoi post: fotografie che ritraggono principalmente personaggi istituzionali a cui associa frasi in romanesco. Una professione - "che vedo ancora come un hobby", ha commentato - nata su Facebook "in un momento di noia che ho riempito aprendo una pagina come se ne creavano tante". E proprio in uno di quei momenti ha incontrato virtualmente Osho, "una figura spirituale legata alla filosofia orientale. Girava molto il suo pensiero sui social e ho deciso di fare una parodia". Per realizzarla si è servito, in una prima fase della sua carriera, delle fotografie del mistico indiano fino a quando gli eredi hanno pensato "fosse di dileggio nei suoi confronti". Da quel momento in poi Palmaroli ha interrotto l'utilizzo delle immagini del maestro spirituale che, secondo l'autore, non avrebbe avuto nulla in contrario. Intanto, la fanbase negli anni ha continuato a crescere. Sono circa 1,2 milioni i follower che a oggi hanno messo un "like" alla pagina "Le piu belle frasi di Osho". Non amante del politicamente corretto - che, come da lui sottolineato, "mette un freno, può essere da ostacolo a chi fa satira" - Palmaroli viene identificato come un artista di centrodestra. "È come se fossi in una riserva indiana. Nel mondo delle arti la sinistra è dominante - ha raccontato - quando ho cominciato ad avere un po' più di notorietà mi è stato chiesto a che mondo appartenessi politicamente. Non si pensava che qualcosa che piaceva potesse venire da destra". Nonostante le sue vignette facciano però parlare in romanesco proprio tutti, da destra a sinistra, monarchi e religiosi, con un'eccezione: "non riesco a ironizzare sulla morte", ha precisato in relazione ai limiti del suo mestiere. Quanto, invece, alle paure, Palmaroli ha ammesso di essere spaventato dall'intelligenza artificiale, "ma bisogna farci i conti", ha detto. A qualche esperimento non si è però sottratto nemmeno lui. È il caso di un'immagine animata di Trump con il file audio dell'iconica frase sul "fiorino" tratta dal film "Non ci resta che piangere", per parlare dei dazi. Per Palmaroli, però, è anche vero che la "cifra comica del dialetto romanesco a oggi non può essere sostituta, così davanti alla pagina bianca che deve riempire per social, giornali e tv continua a raccontare i fatti "attraverso quelle che sono le vicende del quotidiano di ognuno di noi". E tutti parlano la lingua della Capitale, tutti fanno ridere, superando qualsiasi antipatia o schieramento. (ANSA).
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