Il ricordo che nessuno ha fermato

Le lapidi virtuali che potrebbero segnare Venezia
«La marchesa Casati» di Giovanni Boldini
«La marchesa Casati» di Giovanni Boldini
 «Qui abitò Giorgione. Breve fu la sua vita. Immensa la sua grandezza d'artista», di fronte alla probabile casa dell'artista in Campo San Silvestri. O, di fronte alla Fenice, «In questo teatro Luchino Visconti girò nel 1954 le scene iniziali del film Senso, suo indimenticabile capolavoro». Sono due delle lapidi «virtuali» immaginate dall'artista veneziano Aldo Andreolo per ricordare personaggi illustri che sono passati per la nostra città e vi hanno soggiornato, senza però che la loro presenza sia ricordata. Andreolo le ha raccolte - accompagnandole con succinti ma esaurienti ritratti della loro esperienza veneziana nel volume Venezia la fama e l'oblìo (De Bastiani Editore) che è in fondo l'ideale continuazione di un altro libro-vademecum dell'artista, uscito una decina d'anni fa: Venezia ricorda, una mappa completa delle lapidi commemorative, divise per sestiere, disseminate sulle facciate dei palazzi del Centro storico, con cui la pubblica amministrazione ha voluto, nel corso del tempo, ricordare artisti, scrittori, poeti e altri personaggi eccellenti nati e vissuti in città. Il censimento riguardava 126 lapidi e si fermava, volutamente, agli eventi storici dell'Ottocento. Ora Andreolo lo aggiorna, inserendo una personale selezione di «veneziani» epigraficamente dimenticati. C'è Claude Monet, che soggiornò all'hotel Europa & Regina nel 1908, per completare il ciclo pittorico delle «Venezie». Ma anche il librettista settecentesco Lorenzo da Ponte, che fu a Palazzo Corner Zaguri. O donne discusse e controverse come la "divina Marchesa" - come la chiamava d'Annunzio - Luisa Casati, che visse a Ca' Venier dei Leoni prima di Peggy Guggenheim, musa mondana di artisti e intellettuali. O Margherita Sarfatti, che visse per alcuni anni a Ca' Bembo e che sarebbe divenuta l'amante di Mussolini, guidando con mano salda le sorti della cultura e dell'arte italiana durante il Fascismo. Ernst Hemingway, Alessandro Leopardi, Paris Bordon, Alma Mahler, Joseph Smith, Arnaldo Fusinato, Aldo Palazzeschi, Umberto Boccioni, Giuseppe Cipriani, Giorgio de Chirico sono le altre personalità ricordate e illustrate da Andreolo nel suo libro, con una scelta «trasversale» che incuriosisce e contribuisce comunque a dimostrare quanto Venezia e il suo mito siano stati centrali nella vita di una miriade di personaggi. (e.t.)

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