«Vogliano creare qui un “quartiere” giovanile per l’artigianato e l’arte»
«Spero che con l’arrivo della Serigrafia Fallani il nuovo polo artigianale di Santa Caterina possa sviluppare, ospitando altre realtà veneziana e creando una reale alternativa anche produttiva alla monocultura turistica, partendo proprio dall’arte e dall’artigianato». Michele Gervasuti, a sua volta erede di una famiglia di storici ebanisti veneziani ci crede, anche se non sarà facile trovare i fondi per ristrutturare i magnifici spazi dell’area ex Canova che necessitano di interventi significativi. Ma la scommessa è lanciata, con la sua Gervasuti Foundation e la speranza è che anche le istituzioni pubbliche, dal Comune a quelle di categoria come Confartigianato e Cna, diamo una mano concreta a un tentativo fatto da veneziani per i veneziani per dare una speranza a una città che, come ha detto anche un grande filosofo come Giorgio Agamben, oggi vive di ciò che la fa morire: appunto, il turismo. Intanto qualcosa si muove, anche nei giorni della Biennale, con la mostra itinerante, dall’8 maggio, dell’artista francese Nathalie Decoster. Intime Venice (Con Ici venice e Generali Valore Cultura) che coinvolgerò nove artigiani veneziani con opere realizzate dall’artista a quattro mani com essi e esposte nei loro spazi. A Palazzo Morosini con il designer del vetro Edoardo Pandolfo, nella bottega di Sant’Angelo di Marisa Convento, una delle ultime impiraresse di Venezia. E poi a Castello nel laboratorio Muraneo di Moulaye e Alice Niang. A Cannaregio nel Laboratorio Fallani. A Santa Croce nell’orto di Campo San Giacomo dell’Orio e nella pasticceria di Rio Marin. Proseguendo poi a murano da Barbini, Amy West e Davide Fuin, per ivetri. Fino al cantiere nautico Il barcarizzo di Giovanni Da Ponte. —
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