Virtuoso che amava la classica e il country

Il musicista stava per diplomarsi al Conservatorio di Trieste. Dalla Biennale alla band dei Silverado

CASELLE. Giovane, talentuoso e professionale. Non è facile riunire in una sola figura le tre caratteristiche. Francesco Gaggiato invece era tutto questo. Lo descrive, commosso, il suo direttore artistico, Stefano Alessandretti: «Sul palco era una delle poche persone davvero professionali, nonostante l’età», spiega, «giù dal palco invece sapeva essere un grande amico, divertente e spassoso al momento giusto. La notizia è stata uno duro colpo per tutti noi».

Originario di Noale, cresciuto a Caselle, dove aveva vissuto con i genitori e la sorella maggiore in via Caltana, alla Madonna Mora, Francesco aveva conseguito il diploma accademico di primo livello in violino al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. Il talento e la passione per gli archi lo avevano portato a decidere di non lasciare più la strada della musica. Si era così iscritto al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste, per conseguire il secondo livello, traguardo che avrebbe raggiunto probabilmente a luglio, dato che era ormai giunto agli sgoccioli del percorso. Con l’orchestra del Conservatorio aveva partecipato a diverse opere, suonando al teatro Malibran e a molti festival, in Italia e all’estero. Nel frattempo si era appassionato anche di musica contemporanea, suonando più volte come solista e in gruppi da camera, con composizioni anche in prima assoluta: lo aveva fatto alla Biennale Musica di Venezia, al centro culturale Candiani di Mestre e al teatro di Palazzo Grassi, sempre a Venezia. Faceva parte con Alessandretti del “Son Ensemble” di Venezia, formazione che spazia dai primi anni del Novecento alla contemporaneità.

Ma fino a poco tempo fa Francesco si era dilettato anche con la musica country, suonando il suo violino sulle note western dei Silverado, nota band veneziana. Violinista di vero talento, chi parla di lui ricorda come fosse un artista a tutto tondo, con la testa un po’ tra le nuvole, che solo i grandi musicisti possono permettersi. Eppure aveva mantenuto quella semplicità che lo aveva sempre contraddistinto e che ora tanti amici, conoscenti e compagni di corso ricordano. Già mobilitati gli amici del “Son Ensemble”, che probabilmente decideranno di dedicargli presto un concerto-tributo. «Se n’è andato un generoso amico, un fratello, un grande artista», hanno scritto domenica, sulla loro pagina social, i Silverado.

Filippo De Gaspari

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