Vino nel Marzenego, muoiono i pesci

Tra Noale e Martellago decine di specie trovate pancia all'aria. Alcuni sono stati salvati dai residenti che li hanno messi in bacinelle
NOALE. Lo si era scongiurato ed invece è avvenuto: decine e decine di pesci sono morti nel fiume Marzenego, tra Noale e Maerne, in seguito allo sversamento dell'altro ieri di ettolitri di vino partito da Trebaseleghe. Ma quel che è peggio forse è che non si riuscirà a sapere chi è stato. A farne le spese sono stati lucci, gamberoni, scardole, linguelle, avannotti, tinche e granchi. Molti pesci sono stati salvati da alcuni residenti di via Ponte Casino a Noale.


Che li hanno estratti dall'acqua nera e messi in alcuni recipienti per essere rivitalizzati per tutta la notte con degli ossigenatori. Poi ieri mattina, quando l'acqua è tornata al colore originario, sono stati reinseriti nel loro ambiente naturale. Ma solo una parte è riuscita a farcela mentre molti pesci, a causa della carenza d'ossigeno, sono morti. E infatti ieri nel corso d'acqua ne galleggiavano a decine, altri invece erano privi di vita lungo gli argini.


«Lungo le rive - spiega Egidio Venturini che abita proprio lungo il Marzenego a Noale - non so quanti ce ne fossero. Non avevo mai visto l'acqua così nera come l'altra sera e dal Marzenego saliva un forte odore di vino. Assieme a mia moglie e ai miei due figli Marco e Alessandro, con l'hobby della pesca, ne abbiamo tirati su a decine, credo 6 o 7 chili, e li abbiamo messi dentro a dei secchi e a delle bacinelle per rivitalizzarli. Poi stamani (ieri ndr) li abbiamo gettati di nuovo in acqua». Sulle cause dell'inquinamento da vino da subito si è parlato di uno sversamento causato da un'azienda vinicola di Trebaseleghe. Ma per ora non si è riusciti a risalire al colpevole. Per Alessandro Venturini potrebbe esserci dell'altro. «Chi dice - domanda - che qualcuno non si sia sbarazzato di vino al metanolo?».


Adesso questi ettolitri di vino stanno viaggiando verso valle con direzione laguna di Venezia, dove il Marzenego sfocia dopo aver attraversato Maerne, dove ieri mattina il fiume era nero come l'inchiostro. Tutto questo però rischia di restare impunito. Poiché l'inquinamento non è partito da Noale ma da Trebaseleghe. L'Arpav di Padova ha fatto sì delle verifiche su eventuali responsabili ma senza esito. Di più, dai rilievi non è emersa alcuna sostanza particolare anche perché i corsi d'acqua ormai si erano ripuliti. Frattanto il Comune di Noale ha fatto una segnalazione a Trebaseleghe affinché faccia delle verifiche più accurate tra le sue aziende. Lo stesso chiede Livo Pelizzon del Wwf di Noale. «Il danno è certo - dice - ma qui si rischia di non avere un colpevole. Strano, però, che delle anomalie del Marzenego se ne accorga sempre Noale e mai Trebaseleghe. E questo fatto mercoledì ha comportato dei ritardi d'intervento».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia