Vigile disonesto sospeso L’ira della minoranza «Dovevano informarci»

JESOLO. Agente sospeso per presunto peculato, ora la polemica si accende anche in Consiglio comunale. Le opposizioni sono pronte a puntare il mirino sul sindaco, Valerio Zoggia, reo di non aver comunicato atti e provvedimenti così importanti, poi filtrati anche sui social tra like e commenti. Lucas Pavanetto e Christofer De Zotti sono pronti a schierare l’artiglieria pesante e attaccano: «Il sindaco doveva fare squadra!». Al momento l’agente che aveva fatto i pieni di benzina della sua auto utilizzando la card della polizia locale è sospeso per 30 giorni, rischia il licenziamento dopo un’indagine interna al comando con segnalazione alla Procura che indaga per peculato continuato, uso indebito di carta di credito. Massimo riserbo a livello istituzionale, ma sui social ci sono stati decine di commenti.
«Una vicenda sicuramente triste», sostengono De Zotti e Pavanetto, «una vicenda che lascia l’amaro in bocca tra tutti i dipendenti, gli operatori e la parte politica dell’amministrazione comunale, ma è un fatto che può accadere anche nelle migliori amministrazioni». «Il dato fondamentale», sottolineano, «è che l’indagine sia in corso e che quindi gli “anticorpi” abbiano reagito bene. Come componenti il Consiglio comunale, però, dobbiamo sottolineare una mancanza di forma e soprattutto di sensibilità da parte del sindaco il quale, a nostro avviso, nel momento in cui la cosa passava all’autorità Giudiziaria e l’agente veniva sospeso, avrebbe dovuto informare almeno i capigruppo in modo da evitare che questi ultimi venissero a scoprire le cose da qualche pagina Facebook».
«Siamo convinti», concludono, «che la città debba lavorare assieme, unita, per eliminare tutte quelle possibili sacche di disonestà e su questo Jesolo Bene Comune e tutti i consiglieri comunali sono sempre stati a disposizione in qualunque momento». Il sindaco Zoggia ha ribadito che non ha voluto commentare essendoci indagini in corso e per tutelare la persona, padre di famiglia, fino a quando non sarà riconosciuta pienamente la colpevolezza. —
G.Ca.
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