Ventiduenne di Noale morto a 22 anni per choc allergico. La famiglia decide di donare gli organi

Atteso il nulla osta per il funerale, domani, di Federico Anile. Il primario Michieletto: choc anafilattico, una possibilità rara

NOALE. Per volontà della famiglia, Federico Anile donerà gli organi. Sarà il suo gesto d’amore prima dell’ultimo saluto che potrebbe essere domani pomeriggio. Il condizionale è d’obbligo; anche se sulla salma non sarà effettuata l’autopsia, serve l’ultimo nullaosta prima di dare il via alla sepoltura che avverrà in chiesa a Noale. Poi la salma sarà trasferita a Cappelletta, dove, nella cappella di famiglia, riposano il papà Antonio Fabiano (ex assessore comunale dal 2004 al 2009) e il nonno materno Dino.

Inutile dire che l’interà comunità di Noale è sconvolta per quanto successo al giovane. Una serata come tante domenica scorsa, a casa di amici e quel maledetto panino con dentro le noci che gli è stato fatale. Sapeva dell’allergia e, quando si è sentito male, è rincasato. In pratica, il quadro clinico è precipitato in poco più di due ore per choc anafilattico.

Poi il resto è storia nota: l’arresto cardiaco e il coma sino al decesso di martedì all’ospedale di Mirano, senza che i medici siano riusciti a salvarlo nonostante tutti i tentativi. Un ragazzo buono e solare lo descrivono nella Città dei Tempesta, dove la famiglia è conosciuta e stimata; la mamma Gina è attiva nel mondo della catechesi, la sorella Francesca è una capo scout.

Oltre a loro ci sono altri due fratelli, Giuseppe e Filippo. Federico studiava Igiene dentale a Padova, dopo essersi diplomato al liceo scientifico “Majorana” di Mirano. «Un ragazzo simpatico» lo ricorda lo zio Claudio De Marchi, «senza troppi grilli per la testa. Anzi, aveva dei solidi valori e proveniva da un’ottima famiglia».

A inizio estate 2009, la famiglia aveva dovuto affrontare un altro lutto, ovvero la morte del padre di Federico, avvenuta per una forma di leucemia. «Sono passati quasi dieci anni, è vero», continua Claudio De Marchi, «e oggi, come allora, è una tragedia, tornano in mente vecchi dolori».

Per l’addio a Federico Anile si prevede una folta partecipazione; i ragazzi degli scout potrebbero pensare a qualche messaggio in particolare. Di certo ne saranno letti durante la celebrazione, che dovrebbe essere officiata dal parroco di Noale, don Antonio Mensi. Ci saranno esponenti anche del mondo politico locale; nell’attuale maggioranza, vedi la sindaca Patrizia Andreotti, c’è chi ha vissuto a fianco del padre Antonio Fabiano l’esperienza di giunta sotto la guida di Carlo Zalunardo, mentre tra gli esponenti di minoranza c’è stato il confronto in Consiglio comunale.

«Era il classico bonaccione», lo ricorda uno degli scout, «e quando andavo a trovarlo a casa, non l’ho mai visto triste. Un ragazzo semplice; aveva un sorriso sincero, da bravo ragazzo, come lo era per davvero».

Ma la domanda di queste ore è la seguente: in situazioni simili ci si può salvare? A sentire gli esperti dell’ospedale dell’Angelo, la risposta è affermativa. «Non conosco il caso specifico» premette il primario di Pneumologia Lucio Michieletto, «lo choc anafilattico è una possibilità rara, ma è la peggiore delle reazioni allergiche. Si può prevenire con il kit dell’adrenalina, che diventa, a tutti gli effetti, un salvavita».

Il fattore tempo è decisivo. «Il farmaco è gratuito» continua l’allergologo Andrea Zancanaro, «e, se somministrato presto, evita il peggio». —


 

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