San Marco, lavori alle rive in ritardo: rebus di competenze per il Cvn
Slitta l’intervento da 14 milioni per difendere l’insula dalla marea. Incontri in Prefettura con Autorità e Provveditorato. Restano le incognite sul finanziamento da 20 milioni per il terzo stralcio

I lavori per mettere in sicurezza l’insula marciana sono iniziati già da due anni. L’intervento, particolarmente complicato in un’area piena di reperti archeologici, dovrebbe durare almeno altri due anni. Tempo necessario per proteggere una volta per tutte l’area di San Marco dalla marea fino a 110 centimetri.
Alle difficoltà dei tecnici, però, ora si aggiungono anche i rallentamenti della burocrazia. E così, i tempi rischiano di allungarsi ulteriormente. Sconta infatti un ritardo di almeno due mesi l’inizio dei lavori del secondo stralcio (il primo è concluso, il terzo deve ancora essere finanziato) dell’intervento. I soldi sono stati stanziati (14 milioni complessivi), le imprese aggiudicatrici sono state individuate.
Eppure i lavori non partono per via di difficoltà nel coordinamento dei cantieri da parte del Consorzio Venezia Nuova e per lo stratificarsi di competenze e autorizzazioni necessarie.
Nelle prossime settimane sono previsti incontri in Prefettura, con i vertici dell’Autorità per la laguna, del Provveditorato e con le imprese stesse. L’impasse potrebbe sbloccarsi entro il mese di novembre. Ma il condizionale, ad oggi, è d’obbligo vista la delicatezza di un intervento che, nel suo complesso, è decisivo per le sorti dell’area marciana.
I cantieri fino a questo momento hanno portato al risultato di separare la rete di acque bianche dalle acque nere che scorre al di sotto del manto della Piazza, rendendole autonome ed evitando quella commistione che non avrebbe consentito di bloccare l’ingresso della marea – e quindi la risalita attraverso la rete delle acque piovane in Piazza – senza “tappare” le fognature.
Il secondo stralcio, ancora ai box, prevede la sostituzione dei moduli frangiflutti posizionati in Bacino San Marco oltre all’ innalzamento delle rive (Molo, Bacino Orseolo e le calli che immettono in calle larga San Marco e Canonica).
Tra le parti più onerose di questo stralcio, poi, è prevista la realizzazione di un vero e proprio manufatto in calcestruzzo a forma di molo da posizionare di fronte al Todaro, al cui interno ci saranno gli impianti di pompaggio, incaricati di aspirare l’acqua piovana in eccesso che dovesse accumularsi ostruendo le condotte sotterranee.
In pratica, con le valvole chiuse per evitare la risalita della marea e l’effetto pozzanghera in Piazza, l’unico modo è quello di aspirare l’acqua in eccesso e spingerla meccanicamente in laguna. In questo senso, fondamentale sarà l’arrivo a metà mese della nuova pompa al posto di quella provvisoria oggi installata alle Procuratie Nuove.
Grazie ad una maggior portata, i tecnici sono convinti che riuscirà a smaltire più velocemente l’acqua che anche ieri si è presentata in Piazza (senza passerelle, ancora impacchettate dopo la Venice Marathon) pur con un picco massimo di 94 centimetri alle ore 13: quanto basta per creare qualche allagamento tra sedie e tavolini alle Procuratie Vecchie.
Ma l’avvio del secondo stralcio è fondamentale soprattutto perché, una volta terminato, dovrà essere seguito dal terzo e ultimo stralcio. Della durata di un anno e mezzo, prevede di rendere impermeabile la rete dei collettori interni della Piazza (finora si è lavorato solo su quelli perimetrali).
Per intenderci, quella che passa al di sotto delle corsie bianche in marmo. L’intervento prevederà la rimozione della pavimentazione per lavorare sulle condotte sotterranee. In questo caso, l’importo complessivo è di venti milioni di euro. I soldi, però, devono ancora essere trovati e stanziati.
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