Venezia, tra nizioleti e strafalcioni: controlli insufficienti sulle indicazioni stradali storiche
A Venezia la tradizione dei “nizioleti” è a rischio: lettere invertite, spaziature errate e lavori non a regola d’arte continuano a comparire in città. L’associazione Masegni e Nizioleti chiede maggiore supervisione dei cantieri

Spaziature, accenti, apostrofi, consonanti doppie, lettere invertite. La tutela di Venezia passa anche dalla cura dei dettagli. Come nel caso dei “nizioleti”, le tradizionali indicazioni toponomastiche di Venezia. Sono migliaia in tutta la città, ogni anno capita che vengano stanziati dei fondi per il rifacimento di quelli più danneggiati, o che si approfitti dei lavori di recupero delle facciate dei palazzi per rinnovare anche il classico rettangolo bianco, bordato di nero, con il nome della calle o del campiello. A contarli, si arriva a qualche decina all’anno.
Troppo spesso, però, i lavori continuano a non essere fatti a regola d’arte. E in una città dove la conservazione della tradizione diventa una difesa quotidiana dell’unicità di Venezia, lo strafalcione è sempre dietro l’angolo.
L’ultimo esempio è quello relativo a ponte de la Latte, nei pressi di rio Marin, recentemente diventato ponte della Latte. Sottigliezze? Tutt’altro, a sentire la consigliera comunale Cecilia Tonon (Venezia è Tua): «Non si tratta di italianizzare o meno, non è un discorso campanilistico, ma di rispettare la tradizione contro una standardizzazione che nessuno ha richiesto. Su questa cosa, in Comune, sembravano tutti d’accordo, compresa l’assessore Mar che ha sempre dimostrato massima disponibilità. La vera domanda è: viene controllato come vengono rifatti i nizioleti?».
Il problema riguarda anche quelli che forniscono indicazioni stradali. Ad esempio: “Per la ferrovia”, accompagnati da una freccia con la direzione da seguire. Solitamente, il bordo di questi cartelli e la stessa scritta sono in rosso bordeaux, per distinguerli dal nero usato per indicare il nome di una località. Ecco, ultimamente ne sono comparsi diversi con le lettere in nero. Chi segue da vicino la questione è l’associazione Masegni e Nizioleti.
Decine di segnalazioni erano state fatte al Comune soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla pandemia. La causa era da ricercare nel boom di cantieri edili provocato dal bonus facciate, preso al balzo dai proprietari degli immobili per rifare intonaci scrostati da anni di umidità lagunare. Il risultato era stato la comparsa di cantieri dappertutto, di facciate intonacate e di interventi posticci per ripristinare le indicazioni stradali con lettere posizionate al contrario, caratteri difformi rispetto a quello previsto dai regolamenti comunali e spaziature sballate. Le segnalazioni, però, continuano. «Il tema è stato affrontato anche in commissione», spiega il presidente dell’associazione, Nicola Tognon, «il problema resta la carenza di controlli. Sappiamo che per normativa vigente non possono essere affidati i lavori alla stessa ditta e così accanto a chi lavora con professionalità, c’è anche chi lavora in maniera deludente. Dispiace che il Comune riesca a reperire risorse ma poi i lavori, in alcuni casi, non vengano fatti a regola d’arte. Non vorrei che a suon di accettare strafalcioni, ci ritrovassimo tra vent’anni con indicazioni stradali stravolte. Un archivio esiste, perché non usarlo? I nizioleti sono una forma di veneziano parlato e rappresentato graficamente, ci vuole attività di controllo preventivo durante l’esecuzione e a fine lavoro. Noi ci siamo proposti di accompagnare i cantieri, per supervisionarli».
Il Comune, dal canto suo, ha ben presente il problema. Più volte l’assessore Paola Mar ha condiviso le richieste di attenzione e tutela ai nizioleti. Ma, certo, controllare tutti i lavori non è semplice. «Siamo sempre aperti alle segnalazioni», spiega l’assessore, «così da verificare se si tratta di un errore materiale dell’impresa o se invece siamo di fronte a condomini che hanno fatto per conto loro». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia