Venezia in lutto, è morto Marco Cè

Il Patriarca emerito si è spento ieri a 88 anni: stasera rosario a San Marco. La commozione di Cacciari: «Persona speciale»
Di Alberto Vitucci

Venezia perde il suo pastore. Marco Cè, Patriarca emerito della Diocesi, è morto ieri sera poco dopo le 20 all’Ospedale civile, dov’era ricoverato dal 19 marzo dopo la rottura del femore. Aveva 88 anni. Le campane di San Marco hanno suonato a lutto, il patriarca Francesco Moraglia ha reso omaggio alla salma del suo predecessore e stasera presiederà un rosario nella Basilica di San Marco. Probabile l’arrivo in città in queste ore del Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin.

«Una persona speciale, di una levatura morale e intellettuale straordinaria», lo ricorda commosso il filosofo ed ex sindaco Massimo Cacciari. La Chiesa veneziana è in lutto, e lo sono anche i cittadini di altre religioni, con cui il cardinale Cè aveva intessuto da anni un dialogo proficuo. Un pastore dai modi semplici ma di raffinata cultura. «Per la sua grande fede egli era disposto al più radicale ascolto dell’altro», continua Cacciari, «una persona di altissimo livello come forse soltanto il cardinal Martini e il cardinale Silvestrini. Sono molto addolorato e provo un grande dispiacere».

Frequenti i suoi ritiri spirituali in Terrasanta, insieme al segretario don Valerio Comin, fedele collaboratore da più di trent’anni, con cui si era saldato nel tempo un forte legame. Marco Cè viveva intensamente il suo rapporto con le parrocchie e la città, nella preghiera e nell’ascolto degli ultimi.

«Il vero “ascetismo“», dice Cacciari. «Marco Cè era un pastore sempre vicino alle sue anime e più di tutto alle pecorelle smarrite». Era arrivato in laguna alla fine degli Settanta, nominato Patriarca da papa Giovanni Paolo II.. Una figura molto amata dai veneziani, per la sua bontà e la sua dolcezza, ma anche per la sua presenza accanto ai bisognosi nei momenti difficili. Con iniziative come la creazione di comunità di assistenza ai bisognosi come la mensa di Betania, il potenziamento della Caritas, affidata a don Dino Pistolato e Nani Sartorio. Marco Cè amava anche il mondo giovanile, e con la sua guida erano stati creati e potenziati nelle parrocchie i gruppi dell’Azione cattolica, i cineforum, le attività culturali aperte ai laici e alle altre religioni. «Posso dire di aver amato Venezia come un padre, e Venezia mi ha risposto», ha scritto nel suo ultimo scritto intitolato “La mia vecchiaia“, pubblicato pochi giorni fa per il settimanale diocesano “Gente veneta”. «Ogni mattina, risvegliandomi, ringrazio il Signore per il dono del nuovo giorno e gli chiedo la grazia di viverlo bene e con riconoscenza. Perché se è vero che le forze sono diminuite e molte cose che una volta facevo adesso non sono più in grado di farle, è vero che i giorni che il Signore mi dà, a uno a uno, sono pieni di cose belle».

Una serenità interiore e una fede ben visibili anche nei giorni della sofferenza e della malattia. «Dobbiamo prendere quel che di buono c’è nelle cose, questo vuole il Signore», ripeteva ai tanti che volevano incontrarlo e gli chiedevano aiuto e conforto.

Marco Cè è stato la guida della Chiesa veneziana per 23 anni, dal 1978 al 2002, quando per i raggiunti limiti di età _ compiuti i 75 anni _ venne sostituito da Angelo Scola. Per lui era stata inventata una carica onorifica, il Patriarca emerito.

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