Venezia, gli inquilini dell'ex Coletti vanno dall'avvocato: «Social housing, affitti illegittimi».

VENEZIA. Nel complesso ex Coletti a Cannaregio, in zona Baia del Re, i canoni di affitto variano tra i 545 euro mensili per un appartamento da 45 metri quadri a 800-900 euro per uno da 70 metri quadri con due camere. Ma secondo i residenti, i costi al mese dovrebbero essere di molto inferiori tenuto conto che il complesso ha beneficiato, in fase di restauro, di 5,6 milioni di euro di contributi provenienti dalla Legge Speciale per Venezia.
E così in 39 - ovvero la maggioranza sui 71 appartamenti disponibili, di cui una manciata ancora da assegnare - si sono rivolti all’avvocato Jacopo Molina per chiedere chiarezza su questo aspetto. Tenuto conto, peraltro, che si tratta di un progetto di social housing, ovvero di edilizia convenzionata finalizzata a incentivare la residenzialità in centro storico dei giovani e della classe media.
«Il contratto di locazione è illegittimo e i canoni dovrebbero essere assoggettati a social housing dopo 15 anni», chiarisce l’avvocato Molina che nei giorni scorsi, a nome dei 39 inquilini, ha inviato una lettera all’Opera Pia Istituti Riuniti - Patronato di Castello e Carlo Coletti - che ha coordinato l’intervento assieme al Comune e che dal 1° gennaio è confluita nell’Ire di Venezia. La stessa comunicazione è stata inoltrata per conoscenza alla Direzione Coesione Sociale di Ca’ Farsetti e alla Direzione per i Servizi Sociali della Regione. «I canoni dovrebbero essere attorno alla metà», chiarisce il legale.
E questo perché, evidenzia Molina, l’intervento di recupero e ristrutturazione dell’immobile di Cannaregio è avvenuto anche grazie ai contributi della Legge Speciale per Venezia per l’importo complessivo di 5,6 milioni di euro. E quindi gli importi dei canoni d’affitto dovrebbero tenere conto, delibere alla mano, di questo sostanzioso contributo pubblico.
«Soltanto decorso il quindicennio, l’amministrazione potrà inquadrare il contratto quale social housing», si legge nella comunicazione, «Impugniamo i contratti di locazioni e gli atti presupposti, chiedendo l’inquadramento dei contratti tra quelli relativi ad immobili in mano pubblica beneficiati da fondi della Legge Speciale e la conseguente riduzione del canone di locazione per il primo quindicennio, per poi inquadrare il contratto tra quelli del cosiddetto social housing». Di qui anche la richiesta da parte dei 39 inquilini di restituzione della differenza versata sinora, maggiorata con gli interessi.
La questione degli affitti all’ex Coletti era stata affrontata nei mesi scorsi anche dal consigliere comunale Renzo Scarpa del Gruppo Misto che aveva presentato una interpellanza alla vicesindaco Luciana Colle.
Per ottenere uno dei 71 alloggi nel complesso dell’Opera Pia Coletti erano state presentate 733 domande, di cui 425 erano state ammesse. I richiedenti l’alloggio dovevano avere un reddito non inferiore a 20mila euro e non superiore a 74.328 euro, comprendendo così non solo gli indigenti, ma anche la classe media, spesso esclusa sia dai bandi per gli alloggi pubblici che dalle case a libero mercato.
Un punteggio più alto, inoltre, era assicurato alle famiglie composta da tutti membri sotto i 40 anni. I primi inquilini sono entrati negli appartamenti alla fine del 2017. —
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