A Venezia l’edicola chiude dopo 38 anni, «Nessuno vuole continuare»
Carla Zanetti e il marito si trasferiranno in campagna e salutano i clienti. Nel 1988 si erano innamorati al chiosco di rio Terà Barba Frutariol

Dal prossimo 23 agosto, l’edicola in rio Terà Barba Frutariol chiuderà i battenti, dopo 38 anni di attività.
Trentotto anni in cui la città e il mondo dell’informazione sono stati stravolti, rendendo sempre più difficile il lavoro dell’edicolante.
Soprattutto per una realtà che vende solo quotidiani e riviste, e che non ha mai ceduto alle lusinghe della paccottiglia e dei souvenir.
Trentotto anni, per i gestori Gianfranco Rossi e Carla Zanetti, sono praticamente una vita familiare intera, dal momento che tutto è nato proprio lì: in edicola.
Era il 1987 quando Gianfranco Rossi diede il via all’attività e, un anno più tardi, sbocciò l’amore con Zanetti, che era una cliente.
«Andavo sempre a prendere il giornale e ci siamo conosciuti così. Poi ci siamo anche innamorati, ed eccoci qua».
Nel mentre, due figli, un nuovo lavoro per Rossi e il passaggio di gestione alla moglie. Nel mentre, anche tanti tentativi di vendere, andati sempre a vuoto. «Una ventina di anni fa, quando avevamo i bambini piccoli, abbiamo cercato un sostituto, ma sempre con difficoltà. Gli incarichi provvisori sono stati tre, ma non sono andati bene».
Nel 2020, un altro tentativo di vendita, con una condizione ben precisa: cedere il chiosco solo a chi avrebbe continuato a vendere giornali.
«Non posso nemmeno immaginare di vederla trasformata in un bazar» aveva detto, ormai cinque anni fa, alla Nuova Venezia. Anche in quel caso, un altro tentativo andato a vuoto, per poi ripartire con la ricerca nel 2024.
«Abbiamo deciso di trasferirci in provincia di Treviso», spiega l’edicolante, «abbiamo venduto la casa, ma non l’attività, nonostante i continui ribassi del prezzo. In quasi vent’anni, solo un paio di veneziani si erano dimostrati interessati, per poi cambiare idea, anche gli stranieri non la vogliono perché dicono che non è di passaggio e il gioco non vale la candela. Ora, però, chiudiamo. Non possiamo più aspettare».
Zanetti lo dice con commozione perché «un’edicola è un punto di riferimento e tanti clienti sono diventati degli amici». Amici che, a loro volta, sono commossi.
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