Venezia è un set: Ellero racconta “Nostra signora degli schermi”

Il libro: da Luchino Visconti a 007 e Tinto Brass, il cinema ha sempre abitato in laguna

Che Venezia sia un’icona, anche cinematografica, non è una novità. Che essa sia elevata a “Nostra signora degli schermi”, sorta di rappresentazione laica che attraversa tutto il XX secolo, è invece una provocazione letteraria che Roberto Ellero affida a un volume (La Toletta ed. , 16 €), che reca un esplicativo titoletto di “Noterelle di cinema a Venezia”.

Ellero, a lungo anima del cinema veneziano sia dal punto di vista scientifico, come critico e docente, che soprattutto da quello della programmazione culturale, nelle sale riaperte e nelle più ampie attività di Circuito Cinema, raccoglie in queste volume alcune riflessioni non solo sull’uso di Venezia nel cinema, quanto sull’evolversi positivo della sua immagine, di pari passo con l’ottimismo del turismo di massa. Si pensi, ad esempio, al senso di decadenza e di morte che portano con sé film come “Anonimo veneziano” o il viscontiano “Morte a Venezia”, usciti pochi anni dopo “l’aqua granda” del’66.

E si pensi invece ai grandi blockbuster, da Indiana Jones all’agente 007 al recente Spiderman, che si sono invece succeduti negli ultimi vent’anni. Icone, film, ma anche personaggi che hanno fatto il cinema a Venezia: a scorrere l’indice dei nomi di “Nostra signora degli schermi” si assiste, tuttavia, a qualche sorpresa.

Escludendo Giacomo Casanova, che ha una ventina di citazioni perché uno dei personaggi più “filmati” tra i film storici di matrice lagunare, il nome che ricorre di più è quello di Francesco Pasinetti, con ventiquattro riferimenti trasversali alla sua attività di giovane critico, di docente del Centro sperimentale e poi con la sua morte prematura, nel 1949, che gli ha precluso una sicura direzione della Mostra. Sino a quando il Comune e l’Ufficio cinema, quindi Ellero, lo hanno tolto dall’oblio della memoria intitolandogli la Casa del cinema e la videoteca.

E poi ancora Tinto Brass, negli anni’60 interprete di una venezianità viva e già difficile; Luigi Chiarini, che portò al superamento della vecchia Mostra col lancio di molti grandi autori italiani e fu poi rovesciato dal’68; Carlo Lizzani, che la Mostra del cinema rilanciò aprendo al decentramento di Esterno Notte che ancora dura; non ultimo, Kim Arcalli, irriducibile resistente e grande montatore di Bertolucci e di altri registi italiani.
“Nostra signora degli schermi” sarà presentato durante la Mostra del cinema al Lido, il 4 settembre, nello stand della Regione del Veneto.

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