«Spiaggia sparita e maxi scalino»: a Sottomarina la diga soffolta finisce sotto accusa

A Playa Punta Canna registrato un dislivello di 68 centimetri, Bellemo (Ascot): «Il mare mangia lì, anche senza temporali. Si crea erosione nelle spiagge appena fuori dal raggio di copertura»

Elisabetta Boscolo Anzoletti
Lo scalino sulla battigia di 68 centimetri all’altezza della torretta 30
Lo scalino sulla battigia di 68 centimetri all’altezza della torretta 30

In un anno spariti 20 metri di spiaggia. Un effetto collaterale della diga soffolta, realizzata qualche anno fa nella zona del Granso Stanco per proteggere le spiagge del tratto dalla violenza delle mareggiate, che oggi però crea problemi di erosione nei punti agli estremi. A sud, verso il Brenta, nella zona di Playa Punta Canna, sabato 21 giugno si registrava uno scalino in battigia di 68 centimetri tanto che la torretta numero 30 appariva quasi in bilico.

«Abbiamo appena misurato il dislivello, fatto le foto e anche un video che dimostrano uno scalino di 68 centimetri», spiegano i titolari dello stabilimento, «Il mare mangia solo su quel punto, anche senza temporali forti, quindi vuol dire che c’è dell’altro. In un anno abbiamo perso 20 metri di spiaggia». La segnalazione è stata raccolta da Ascot che ora contatterà il Genio civile e l’amministrazione comunale per chiedere di rivedere la diga con dei correttivi.

«Erano preoccupazioni già note», spiega il presidente dell’Ascot, Giorgio Bellemo, «di cui ora abbiamo le prove evidenti. La diga soffolta ha avuto sicuramente un effetto benefico sulle spiagge frontiste, ma causa dei vortici nelle correnti che creano erosione nelle spiagge appena fuori dal raggio di copertura. Lo notiamo in zona Playa Punta Canna a sud della diga e in zona Marchi Beach a nord. Alla base ci saranno sicuramente delle concause naturali, legate alla nostra conformazione geografica, ma è chiaro che la diga ha modificato le cose e oggi si creano degli effetti erosivi importanti dove non si sono mai verificati prima con tutti i disagi del caso».

Ora l’associazione di categoria tornerà a segnalare la cosa, anche se da anni gli operatori chiedono che la diga soffolta sia rivista e corretta perché le anomalie nel funzionamento si sono viste quasi subito.

«È un problema grosso», spiega Bellemo, «e vanno trovate delle soluzioni. Va fatto uno studio approfondito, sul campo, su come la presenza della diga sia andata a modificare la traiettoria delle mareggiate e su come si possa correggere. Sperando che non servano anni per avere esiti e modifiche. L’erosione ha effetti economici, perché gli stabilimenti si ritrovano con concessioni ridotte e tutto quello che comporta; effetti ambientali, perché si va a modificare la conformazione dell’arenile; effetti sulla sicurezza perché gli scalini in battigia non sono normali e possono causare difficoltà ai bagnini negli interventi di salvataggio, ma anche nella normale passeggiata dei bagnanti».

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