Venezia, crolla soffitto in un’aula del liceo Tommaseo: nessun ferito
Il cedimento, avvenuto al primo piano di Palazzo Martinego, sede della scuola, ha interessato un contro soffitto affrescato del ‘700

L’aula era vuota, perché una crepa di troppo aveva fatto insospettire il dirigente, Marco Vianello, che aveva spostato gli studenti in un’altra classe. A ragion veduta, perché ieri mattina quella crepa si è trasformata nel crollo di una parte del contro soffitto. È successo a palazzo Martinengo, sede del Liceo Benedetti Tommaseo, nel sestiere di Castello.
«Fortunatamente non è successo niente di grave» tira un sospiro di sollievo Vianello, spiegando che, appunto, al momento del collasso non erano presenti studenti e docenti all’interno dell’aula, perché preventivamente allontanati e trasferiti in un’altra per proseguire le lezioni.
«La Città Metropolitana è intervenuta prontamente, così come i vigili del fuoco, e la situazione è stata gestita al meglio» prosegue, sottolineando che nei pochi giorni che mancano alla fine della scuola, i ragazzi che occupavano quella classe verranno trasferiti temporaneamente in un altro spazio.

La Città Metropolitana, che ha la competenza sul palazzo, ha fatto sapere che il crollo potrebbe essere avvenuto a causa del cedimento della fibra naturale che tiene legati gli affreschi e che proseguirà l’attività dei tecnici sia con un ingegnere strutturalista sia con un’impresa di restauro per verificare a vista se siano possibili altri movimenti che potrebbero comportare eventuali nuovi cedimenti.
Il dirigente, arrivato lo scorso settembre al Benedetti Tommaseo, fa sapere di non aver avuto, nel corso di questo anno scolastico, problemi di questo tipo.
Anche il suo predecessore, ora in pensione, Michelangelo Filannino, scuote la testa: «Nessun problema strutturale, gli anni in cui sono stato a Castello» spiega, per poi precisare che «trattandosi di un palazzo storico, c’è una vigilanza stretta e attenta da parte sia della Soprintendenza che della Città Metropolitana. Al Martinengo non si può mettere nemmeno un chiodo senza l’autorizzazione» ha aggiunto, facendo presente che anche la scorsa estate il palazzo è stato al centro di un restauro importante.
Anche l’ex dirigente si dice sollevato una volta aver saputo che al momento del crollo i ragazzi non erano in aula perché, in quel caso, l’episodio sarebbe potuto terminare in tragedia.
Se a Venezia il rischio che si corre quando si ha a che fare con i palazzi storici è che a volte ci possano essere cedimenti di questo tipo, è anche vero che non si tratta dell’unico caso di crollo di una parte di soffitto a scuola. L’ultimo episodio riportato dalle cronache risale, infatti, a quattro giorni fa, quando in un istituto comprensivo in provincia di Bari il contro soffitto è collassato sui banchi, anche quella volta, vuoti per la premura del preside.
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