Tiepolo, Canaletto, Guardi e Palma: maxi donazione anonima al Comune di Venezia

Un benefattore ha regalato al Comune 29 opere dal valore complessivo di 352 mila euro: andranno ai Musei Civici

Eugenio Pendolini
Il museo di Ca' Rezzonico
Il museo di Ca' Rezzonico

Una lista di ventinove opere finora custodite in una collezione privata e ora donate al Comune di Venezia e ai Musei Civici per essere fruite dalla collettività. Un valore storico e artistico che va ben al di là di quello strettamente economico, comunque considerevole: oltre 352 mila euro. Ci sono infatti quattro disegni del Tiepolo, due del Canaletto, tre di Palma il giovane, uno di Francesco Guardi. Si tratta di raffigurazioni di vita cittadina e di scorci di Venezia. Ecco alcuni titoli: “Chiesa dei Gesuiti, facciata lato sinistro”, “Studio per Madonna con bambino”, “Allegoria della Fortezza”.

La donazione in questi giorni è stata formalmente accettata dalla giunta comunale che, nella delibera dello scorso 16 luglio, ha dato il via libera all’acquisizione delle opere. Tutto nasce da una lettera di un “benemerito cittadino veneziano”, anonimo per il momento, che a giugno scorso ha scritto al sindaco, Luigi Brugnaro, manifestando la sua volontà di donare al Comune di Venezia, la sua collezione di disegni di celeberrimi artisti del XVI, XVII, XVIII secolo, costituita da 29 opere complessive.

La collezione, stimata dal donante euro 352.800 euro, rientra nella previsione dell’articolo 783 del codice civile, che disciplina le donazioni di modico valore. Una dicitura generica, che non prevede un importo specifico predefinito. La modicità viene infatti valutata in base alle condizioni economiche del donante. In pratica, la donazione è considerata di modico valore se non incide in modo significativo sul patrimonio del donante.

Sta di fatto che, secondo il Comune, la donazione riveste grande interesse storico e artistico e andrà ad arricchire le raccolte d’arte del Comune gestite della Fondazione Musei Civici di Venezia.

La delibera di giunta prevede tuttavia alcuni punti fissi, che ora il Comune dovrà rispettare. La donazione viene fatta alla condizione che la gestione, conservazione e valorizzazione dei beni abbia luogo per il tramite della Fondazione Musei Civici di Venezia, in ragione della sua disponibilità, nel Gabinetto dei disegni e delle stampe; ogni singolo bene riporterà nel passepartout la dicitura “Donazione ed a seguire il nome del donante”.

Insieme all’accettazione della donazione, il Comune ha anche dato incarico al dirigente del settore supporto operativo della direzione generale, alla sottoscrizione del verbale di consegna delle opere oggetto della donazione, alla Fondazione Musei Civici di Venezia, che le riceverà in comodato d’uso gratuito fino alla scadenza della convenzione con il Comune.

Vengono poi espressi i più «vivi apprezzamenti e segni di stima al donante per la sua generosità nei confronti della Città, volta all’incremento delle collezioni museali»: «Ogni spesa, in esecuzione del presente provvedimento, sarà a totale carico della Fondazione Musei Civici di Venezia, senza alcun onere a carico del donatario e del donante».

Già, ma di chi si tratta? Sul punto, il Comune fa sapere che nei prossimi mesi sarà realizzata un’iniziativa pubblica nella quale sarà resa nota l’identità del benefattore. Per ora, resta il mistero.

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