Venezia, comitati e residenti in piazza contro il villaggio Coldiretti
Manifestazione lungo via Garibaldi, Tallon (No Grandi Navi): «Questi signori sono pronti a tutto per far invadere i nostri quartieri»

La pressione del villaggio Coldiretti su una città fragile come Venezia è troppo onerosa, «un elefante in una cristalleria», secondo la lista di comitati e residenti che il 29 giugno hanno fatto sentire la propria voce e presenza lungo via Garibaldi.
Un fronte ampio di indignazione, oltre 400 persone, ha lamentato l’ennesimo oltraggio alla città, proprio a pochi passi del raduno degli agricoltori allestito nell’area di Riva Sette Martiri e dei Giardini Napoleonici che ha accolto il 29 giugno l’arrivo dei ministri Francesco Lollobrigida e Antonio Tajani.
Inutile dire che per i manifestati il raduno gialloverde sia sì il primo a Venezia, ma «ci si augura anche l’ultimo».
«Per questo giallo qua» arringa Ruggero Tallon del Comitato No Grandi Navi, «questi signori (il sindaco Luigi Brugnaro, ndr) hanno attivato linee speciali, hanno stanziato fondi, hanno saltato burocrazia, insomma sono pronti a tutto per far invadere i nostri quartieri».
Spontanea dunque la domanda che ha posto il comitato proprio nel penultimo giorno di kermesse dedicata al settore primario: perché il sindaco non inizia a saltare la burocrazia «per assegnare subito le case», «per fermare la cementificazione della città» e «per poter assegnare spazi alle associazioni e a chi lavora per il bene di questa città».
La risposta è stata un fiume di cori, applausi e fischi proprio all’entrata della Fiera lato via Garibaldi, sotto lo slogan «Basta sfruttamento intensivo di Venezia» che ha rappresentato la rabbia di molti veneziani.
Una contestazione civile, trasversale (dal Comitato ex cantieri Acvt Sant’Elena al movimento civico Tutta la città insieme, da Italia Nostra al Movimento cinque stelle, fino al comitato Danni da movida e la Rete solidale per la casa, per citarne alcuni), e partecipata (la gente ha seguito il corteo anche dalle finestre e sui balconi), scandita dalle note di «Venezia non è una cartolina, è fragile, è delicata, è piccolina».
«Al netto di sigle» prosegue Tallon al megafono, «quella di questa mattina è una Castello che si è ripresa la sua via più importante».
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