«Una petizione per aprire casa Bortoli»: a Venezia il bene Fai è chiuso, ma non è in vendita

Giulianis, udinese che ha vissuto a Venezia, vuole riaccendere i riflettori. Barbini (Fai): «Chiuso per volontà di privati»

Camilla Gargioni
Venezia: L’interno di Casa Bortoli, con i suoi arredi preziosi, i mobili, gli affreschi, i dipinti
Venezia: L’interno di Casa Bortoli, con i suoi arredi preziosi, i mobili, gli affreschi, i dipinti

La chiamata arriva dall’Olanda, dove Sara Giulianis - originaria di Udine - vive e lavora per un istituto bancario. «Perché nessuno ha più parlato di Casa Bortoli a Venezia? Perché non c’è stata nessuna petizione, nessuna campagna perché venisse aperta al pubblico?». Giulianis ha studiato e vissuto per anni a Venezia, incuriosendosi sulla storia di casa Bortoli.

Un passo indietro: casa Bortoli è stata donata a Sergio Bortoli (scomparso nel 2017) al Fai affinché fosse trasformata in casa-museo. Cosa che non è mai stata possibile: è stata di fatto “chiusa” dal Tribunale, al quale si era rivolta la famiglia di Paul Allen, co-fondatore di Microsoft morto nel 2018, per impedire il passaggio dei visitatori nel cortile di Palazzo Contarini Fasan.

Oggetto del contenzioso era il passaggio nel giardino dei visitatori del Fai, sebbene per soli cento giorni all’anno e a gruppi non superiori alle cinquanta persone per volta. Secondo il Tribunale, il Fai non può destinare l’appartamento dei coniugi Bortoli a casa-museo, perché si tratta di una destinazione non compatibile con il regolamento condominiale e con la servitù di passaggio che attraversa il cortile.

«Vorrei riportare l’attenzione su questa vicenda», ribadisce Giulianis, «ho vissuto parecchi anni a Venezia, non sono mai riuscita a visitarla e ho preso a cuore questa storia. All’epoca se ne era discusso molto, poi dopo la sentenza non c’è più stato nulla. Bisogna riaprire la discussione, cominciando da una petizione». Giulianis ha provato a contattare i vertici nazionali del Fai: «Non ho ricevuto risposta», dice, «ma sarebbe interessante capire se ci sono altre strade che si possono percorrere per aprire alla città questo spazio».

Da Venezia, riavvolge il nastro sulla vicenda Francesca Barbini, capo delegazione Fai di Venezia.

«Novità su Casa Bortoli non ce ne sono», spiega Barbini, «il Fai si è fermato alla sentenza di primo grado. Certo, dispiace. C’è una limitata possibilità di fruizione del palazzo per motivi condominiali: possiamo invitare persone, ma non aprire lo spazio al pubblico».

Di certo c’è che il Fai non ha intenzione di alienare il bene. «La casa c’è, non c’è intenzione di alienarla anche se dopo il primo grado di giudizio non ci sarebbero impedimenti alla vendita», continua Barbini, «la precisa volontà dei coniugi che l’hanno lasciata al Fai era che fosse aperta al pubblico e alla città».

E ribadisce: «È un bene che potrebbe essere aperto alla città, ma resta chiuso per la volontà di privati», afferma Barbini, «questo è lo stato delle cose».

Il messaggio sul sito del Fai ribadisce che: «Pur avendo inaugurato Casa Bortoli il 20 novembre 2019, dopo un significativo investimento finalizzato alla realizzazione di interventi necessari di riadattamento a museo cittadino, non si potrà per il momento soddisfare la curiosità di tutti coloro che, in alternativa a un diffuso turismo “mordi e fuggi”, avrebbero preferito vivere l’esperienza di una visita lenta, per conoscere una Venezia rivelata nel suo aspetto più accogliente e privato. Purtroppo al momento rimane quindi chiusa».

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