Venezia, stretta sul commercio abusivo: nuovo blitz e sequestri in riva degli Schiavoni

Polizia locale in azione tra i turisti: sequestrate centinaia di articoli, dai selfie-stick alle rose, sempre più rari i falsi firmati. In cinque mesi oltre 3300 prodotti tolti dalla strada e 80 verbali di sequestro

Giacomo Costa
I controlli proseguono
I controlli proseguono

Le divise sono emerse dal muro di turisti sbarcati dai lancioni, quando i venditori hanno riconosciuto le polo bianche e i baschi blu della polizia locale erano già troppo vicini, l’unico modo di scamparla era abbandonare la mercanzia e darsi alla fuga a mani vuote.

E così, lunedì sera, in riva degli Schiavoni è andato di nuovo in scena uno spettacolo che negli anni è diventato sempre meno comune - ma che un tempo era abituale: la marcia degli agenti con le mani piene di borse fresche di sequestro, appena recuperate da un lenzuolo bianco steso sui masegni.

Il blitz dell’altra sera è in realtà il più recente di cinque mesi segnati da una rinnovata attenzione da parte del comando del Tronchetto sul fronte del commercio abusivo: da gennaio ad oggi si contano circa 3300 articoli tolti dalla strada (2500 da parte del nucleo di pronto impiego, altri 800 solo dalle squadre di San Marco); 80 i verbali di sequestro staccati nello stesso periodo, a cui si aggiungono 18 verbali amministrativi per i responsabili - dieci di questi tradotti anche in ordini di allontanamento.

Nei depositi della Locale finiscono le classiche borse contraffatte, i marchi delle più note case di moda ben visibili e perfettamente identici a quelli autentici, ma ormai si tratta di rarità: a gonfiare i numeri sono soprattutto ombrelli, selfie-stick, rose, elastici luminosi (anche alcuni chili di pasta, destinata ai colombi)... e poi qualche cintura, qualche paia di occhiali, qualche pochette, ma senza la firma replicata: con la contraffazione, d’altronde, si va nel penale, e quindi si rischia il permesso di soggiorno.

Di fatto, oggi i prodotti falsi rappresentano il tre o il quattro per cento della merce che finisce sotto sigilli nel territorio comunale veneziano: il “vu cumprà” con le repliche Louis Vuitton si può ancora incrociare nei dintorni di piazza San Marco, ma è molto più probabile imbattersi in un venditore di fiori, di stivali contro l’acqua alta, di ombrelli e impermeabili quando la città è sotto il diluvio.

Nonostante questo, il 2025 ha segnato una nuova stretta delle forze dell’ordine, lo dimostra il confronto con i due anni precedenti: il 2023 aveva visto appena sei verbali per il trasporto non autorizzato di mercanzia, altrettanti erano stati quelli staccati nel corso di tutto l’anno scorso; la sosta prolungata con la merce e l’acquisto da ambulanti avevano invece portato rispettivamente a uno e due verbali, solo nel ’23, visto che nel 2024 non erano stati registrati episodi.

Il commercio in strada in assenza di autorizzazione era stato sanzionato 107 volte due anni fa, 57 volte nel ’24, e solo nei 12 mesi dell’anno passato si era arrivati a 11 ordini di allontanamento derivati proprio da questo tipo di violazioni. Dati che raccontano la grande differenza rispetto a una quindicina di anni fa, quando le forze dell’ordine erano impegnate in un continuo inseguimento.

Ma il fenomeno è stato estirpato a forza di posti di blocco a piazzale Roma - da una parte - e di continua sensibilizzazione del compratore - dall’altra. Quello che resta, oggi, può definirsi residuale e, per una città turistica, il minimo della pena.

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