Vedovato svuota tutto e chiude quattro negozi

Nel fine settimana sono stati liberati i locali che ospitavano  le boutique di famiglia Frisbee, Indogoblue e Ottomarzo. Previsto anche lo stop dell'outlet V&V

MESTRE. Mestre si è svegliata con altri tre negozi chiusi ieri mattina, ai quali ne seguirà presto un quarto. Tra domenica e lunedì, infatti, sono stati svuotati a velocità lampo Frisbee, Indogoblue e Ottomarzo, le tre boutique rimaste dopo il progetto di ottimizzazione degli spazi della famiglia Vedovato, che aveva chiuso quattro degli otto negozi storici che si affacciavano tra piazza Ferretto, via Ferro e piazzetta Battisti due anni fa. Sabato i punti vendita erano aperti, la gente entrava e usciva, ieri saracinesche abbassate. Sotto i portici della piazza, tutto il piano terra del palazzo che attornia piazzetta da Re, dove si trovavano Kultus, Inox, 100% Fat free chiusi nel 2017 quando Giuseppe Vedovato aveva deciso di dismettere quattro delle otto boutique concentrando i marchi, è desolatamente vuoto.

A resistere era stata la storica Macelleria aperta nel 1976, mentre il grande negozio Frisbee era stato ristrutturato, rimesso a nuovo e aveva accolto anche i brand e le marche delle boutique chiuse. Indigoblue aveva dato il nome al nuovo multimarca. Ottomarzo da via Battisti si era spostato in piazza, a fianco a Callegaro Gioielli e aveva organizzato una festa di inaugurazione. Ieri i clienti passavano, guardavano le vetrine vuote in cui specchiarsi ed esprimevano tutto il loro stupore per la chiusura repentina, senza neanche un avviso, anche se in centro la voce si rincorreva da un po’. Unico superstite l’outlet V&V della Macelleria in via Calle del Sale, che si dice potrebbe chiudere entro due settimane. Piazzetta Battisti è praticamente tutta chiusa, i negozi della famiglia Vedovato hanno levato le tende uno dopo l’altro e lo spazio è nella sua interezza, da affittare. Al tempo della ristrutturazione Vedovato aveva individuato in cima alla lista dei fattori che hanno portato allo svuotamento della piazza e alla concentrazione della catena primo tra tutti l’Outlet di Noventa, colpevole di aver danneggiato i negozi di target medio alto. In seconda istanza i templi dello shopping che accerchiano Mestre, vedi alla voce Auchan, Valecenter e soprattutto Nave De Vero. Solo qualche settimana fa in piazza Ferretto aveva chiuso i battenti il negozio della Sisley, ennesimo marchio che ha deciso di mantenere il brand solo a Venezia centro storico e nei grossi templi dello shopping e non più in città.

«Queste chiusure rattristano» commenta il direttore di Confesercenti, Maurizio Franceschi, «soprattutto perché si tratta di un prenditore coraggioso, a cui era legato il commercio mestrino e il fatto che abbia chiuso rappresenta una grande perdita per l’offerta commerciale di Mestre, perché perdiamo negozi di qualità e di livello alto, di cui la città aveva molto bisogno, pertanto è una ferita non da poco in termini di competitività». Prosegue: «Questa è ancora una volta la dimostrazione di quanto ci sia da fare e da lavorare per rilanciare la città: il fatto che persone capaci e brave che investono ad alti livelli chiudano, deve farci comprendere quanta strada ci sia ancora da fare e quanto si debba accelerare per evitare casi analoghi e per iniziare ad attrarre investimenti». —


 

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