Valle Ossi, speculazione con i soldi evasi

di Carlo Mion
ERACLEA
Giovanni Montresor, 68 anni, di Bussolengo importatore di vacche dall’Argentina è l’evasore fiscale totale che sta dietro al tentativo di realizzare la più imponente speculazione, valore mezzo miliardo di euro, del litorale. La Guardia di Finanza lo ha scovato, gli ha sequestrato le quote, per un valore di 52 milioni di euro, del fondo che aveva creato in Lussemburgo per cementare Valle Ossi. Un progetto speculativo iniziato nel 2008 e scoperto dagli uomini del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Venezia, che hanno ficcato il naso sull’operazione temendo infiltrazioni mafiose. In realtà hanno trovato il veronese che dai primi anni Ottanta possiede ben 180 ettari di terra a Eraclea. Un imprenditore già nella famosa lista sequestrata all’avvocato Pessina, grazie al quale riuscì a portare in Svizzera, illegalmente, 8 milioni di euro.
L’evasione, per Montresor e la moglie, è un’abitudine. Solo negli ultimi due anni ha presentato una denuncia dei redditi, una volta per 4 euro e l’altra per 5. Nonostante all’estero avesse milioni di euro depositate in società che ha fatto nascere e morire in Gran Bretagna, Madeira e Lussemburgo. Lui era titolare di quote, e unico amministratore, delle società che si occupavano soprattutto di gestione immobiliare. L'indagine è diretta dal pm veronese Beatrice Zanotti che alcune settimane fa aveva chiesto e ottenuto dal gip il sequestro di poco più di 2.000 quote del fondo immobiliare Copernico Numeria che controlla la Numeria Snc Spa che doveva compiere l’intervento sulla valle Ossi. L’ottanta per cento del fondo è riconducibile a Montresor e vale 52 milioni di euro. Il fondo viene creato in Lussemburgo nel 2008 quando l’importatore di vacche decide di dar vita alla speculazione su quel terreno di sua proprietà. Sa che il terreno da agricolo è diventato edificabile. Quei 180 ettari che venduti potevano fruttare 43 milioni di euro ora valgono 63 milioni. Entra nel fondo che lui stesso crea versando il valore del terreno. Poi racimola qualche altro investitore che copre il restante 20 per cento di quote. Ma chi la pensa non ha fatto i conti con il Gico della Guardia di Finanza che mette il naso sull’affare e sul fatto che il Comune di Eraclea, dopo una lunga battaglia legale, riesce a ottenere il riconoscimento dell’Ici sulle proprietà relative al terreno: dal 2002 circa 290mila euro l’anno. Il Comune dal Lussemburgo ha la conferma che le genesi dell’operazione è tutta italiana.
La compravendita del terreno ha incastrato Montresor e la moglie che nel 2010 si sono pure “dimenticati” di denunciare al fisco i 65 milioni incassati dalla vendita del loro terreno al proprio fondo. Per quell’anno Montresor ha dichiarato al fisco 5 euro. Gli accertamenti delle fiamme gialle hanno infatti permesso di scoprire che dietro a diverse società lussemburghesi, che gestivano un cospicuo patrimonio immobiliare, vi era in realtà l’imprenditore veronese, risultato da sempre evasore totale. L'uomo non avrebbe tra l'altro mai fatta una dichiarazione dei redditi dal 1997 al 2008. A carico dei coniugi sono stati constatati nel complesso redditi omessi per circa 26 milioni di euro, e corrispondenti imposte per oltre 11 milioni, calcolati in via presuntiva sugli investimenti di somme depositate all'estero che variavano tra i 140 e i 200 milioni, l’anno. Nei confronti delle società coinvolte, invece, è stata contestata l'omessa fatturazione per 130 milioni di euro, l'omessa dichiarazione di plusvalenze per oltre 21 milioni e un'evasione di Iva e Ires, per 26 milioni e 6 milioni.
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