Vaccini e screening: più attenzione dopo la pandemia, i numeri sono in crescita nell’Usl 3
Il dg Edgardo Contato è intervenuto in commissione consiliare. Continua a far discutere la scelta della casa di comunità al Civile

Un bilancio positivo, quello dell’Usl 3, legato alle attività del 2023 del Dipartimento di prevenzione. Oltre ad un’alta copertura vaccinale in età pediatrica, pari al 96% della popolazione infantile, è aumentata anche quella in età adulta: +31% per l’Herpes Zoster, contro cui è vaccinato il 50% degli over 65, +26% contro il pneumococco, per una copertura totale del 45%. Buona anche l’adesione alla campagna vaccinale contro il Covid, con oltre 24mila dosi inoculate nella stagione invernale appena trascorsa. Non solo, nel 2023 è stata soddisfacente anche l’adesione agli screening oncologici: quello alla cervice uterina è stato effettuato sul 73% delle aventi diritto, ovvero 47 mila donne tra i 25 e i 64 anni, mentre lo screening alla mammella, per le donne tra i 50 e i 69 anni, ha visto un’adesione pari al 68%, contro il target regionale del 60%. Bene anche per lo screening al colon retto, rivolto a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, che ha visto un’adesione pari quasi al 60%.
A snocciolare numeri e percentuali, a Ca’ Collalto a Mestre, è stato il dottor Domenico Bagnara, responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Usl, durante la commissione consiliare che ha visto la presenza del direttore generale dell’azienda sanitaria Edgardo Contato, riconfermato alla guida dell’Usl lo scorso febbraio dal presidente della Regione, Luca Zaia. «Un onore poter continuare il lavoro iniziato in un momento drammatico, quello della pandemia» ha esordito Contato alla presenza dei consiglieri e dell’assessore Simone Venturini. «Questi tre anni sono stati scanditi da uno schema di investimenti eccezionale per il nostro territorio, pari a 310 milioni di euro. Un piano Marshall della sanità» ha continuato, sottolineando come nel mandato appena concluso si è creata l’ossatura per un nuovo modello di sanità, che entrerà nel vivo nei prossimi anni.
Come? Con le case di comunità, da realizzare entro il 2026. E, nonostante il piano per la realizzazione della casa di comunità al Civile sia ormai noto da tempo, torna puntualmente sul tavolo il tema del destino dell’ex Giustinian. «Perché le decisioni vengono prese senza ascoltare i cittadini? Il presidio del Giustinian è centrale» ribadisce il consigliere Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme), al termine della spiegazione di Contato sui motivi che hanno spinto a optare per la collocazione al Civile. Sono state fatte analisi demografiche, delle domande da parte dell’utenza e un’analisi geomorfologica del territorio ma questo non basta a placare Salvatore Lihard e Nicola Funari, del Movimento per la difesa della sanità pubblica, da anni in lotta per la salvaguardia del distretto di Dorsoduro, che hanno ribadito la propria contrarietà alla scelta.
Tuttavia, spiega Contato, «il Giustinian diventerà il punto di riferimento per l’assistenza domiciliare, cresciuta del +14% rispetto al 2022. Si valorizzerà la struttura per rispondere alle peculiarità della città e dei suoi abitanti» ha concluso.
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