Va a processo per chili di cocaina «Ero semplicemente un broker»
chioggia
Davanti al Tribunale che lo sta giudicando per l’accusa di aver trafficato chili di cocaina - nell’ambito della cosiddetta Operazione Tsunami su un grande giro di spaccio di droga sul mercato di Chioggia - Roberto Lazzaretto ha detto di ritenersi un semplice «broker», un mediatore tra chi vende e chi compra. Di qualsiasi merce si tratti, droga compresa. Il 55enne di Albignasego (Padova) ha risposto alle domande del procuratore aggiunto Stefano Ancilotto, in collegamento video dal carcere di Genova. È accusato di aver rifornito di droga - con altri due complici - Marco Di Bella e Raffaele D’Ambrosio, che l’avrebbero poi rivenduta a spacciatori attivi tra Chioggia e Sottomarina.
Lazzaretto non ha negato l’accusa in sé, ma ha spiegato, in sostanza - davanti al Tribunale presieduto dalla giudice Bello - di ritenersi un semplice mediatore d’affari: non un trafficante, ma un “facilitatore” per far incontrare domanda e offerta. Di droga in questo caso. A chili, secondo l’accusa: 4 di cocaina nel giugno 2018; 7 di marijuana a luglio; altri 10 chili a settembre; 2 di cocaina a ottobre; uno a novembre; altri 2 chili di cocaina a dicembre del 2018; due a gennaio del 2019, altrettanti a febbraio. Il processo è stato aggiornato al 16 febbraio per la discussione e la sentenza.
Tra il 2017 e il 2019, Chioggia era stata al centro di un florido traffico di droga. Secondo i calcoli di carabinieri e Finanza 70 chili di cocaina, un quintale e mezzo di marijuana, 30 chili di hashish. L’operazione Tsunami aveva portato a 23 arresti. Già definite in primo grado (suscettibili di appello) le posizioni di chi ha scelto il rito abbreviato: la pena più pesante quella a 5 anni, 11 mesi (e confisca di beni per 1,9 milioni) per Raffaele D’Ambrosio, 45 anni, ritenuto a capo dello smercio a Chioggia insieme a Marco Di Bella che ha patteggiato 4 anni e 6 mesi. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia