Un’azienda locale per lo scafo della Diadema

MARGHERA. Lo scafo della gigantesca Costa Diadema, in allestimento alla Fincantieri di Porto Marghera, l'hanno montato e saldato anche loro e così faranno per quello della più piccola Viking Star di prossima costruzione. Sono i dipendenti, tutti carpentieri e saldatori specializzati italiani e di altre nazionalità, della Wiforce srl, una delle tante aziende veneziane che lavorano in appalto nel grande indotto degli appalti Fincantieri, specializzata anche in lavori di costruzione di carpenteria navale (in particolare alla Fincantieri di Marghera e Monfalcone) e oggi anche grazie a servizi di manutenzione e a lavori di costruzione per l’industria petrolifera, chimica ed energetica. Si tratta di un’azienda di giovane costituzione, fondata nel 2008 e presieduta dalla mestrina Roberta Basato (figlia di Renzo Basato, un commerciante, ora in pensione, che gestiva un noto negozio di abbigliamento in via Ca’ Rossa) che ha alle spalle anni di lavoro nei cantieri navali come dipendente. Il nome della Wiforce è stato erroneamente abbinato alla richiesta di incontro fatta qualche mese fa al Prefetto dai sindacati, per trattare l’inquietante «problema delle infiltrazioni criminali nel sistema degli appalti alla Fincantieri». Del resto, Wiforce - come prevede il protocollo di Legalità siglato in Prefettura a Venezia - al pari delle altre imprese degli appalti alla Fincantieri, deve rispettare le rigide regole di controllo su possibili infiltrazioni malavitose, a cominciare dal certificato mensile che attesta il pagamento dei contributi previdenziali dei dipendenti, insieme al certificato trimestrale dei carichi pendenti e a quello antimafia. Gli unici problemi che Wiforce ha avuto e positivamente risolto con i sindacati hanno riguardato il trattamento economico personale specializzato, una quarantina di lavoratori per i quali Wiforce assicura di avere la «massima attenzione», tanto da incoraggiare tutto il personale, compresi i subappaltatori a segnalare i comportamenti e condizioni pericolose o di semi incidenti e a interrompere il lavoro, se ritengono che tale lavoro viene eseguito in condizioni pericolose o potenzialmente pericolose, senza subire conseguenze negative».(g.fav.)
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