Una sosta davanti al negozio prima dell’ultimo saluto a Giorgio Amadio

Tanti amici al funerale del fruttivendolo morto lunedì a Treviso trafitto dai tubi caduti da un camion che viaggiava davanti al suo. L’omaggio dei ragazzi che aveva allenato: ci ha insegnato l’amicizia e il rispetto
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA’ - AMADIO GIORGIO
DE POLO - TOMMASELLA - SAN DONA’ - AMADIO GIORGIO

SAN DONA'

Una breve sosta davanti al suo storico negozio in via della Ferriera e poi il carrofunebre dell'impresa Zanini, arrivato da Treviso dove era ricomposta la salma, è giunto davanti al duomo di San Donà per l'ultimo saluto a Giorgio Amadio.

La famiglia ha voluto che il feretro sostasse qualche minuto davanti alla sua ortofrutta così conosciuta in tutta la città perchè il lavoro era la sua vita.

Un giusto tributo che ha commosso la famiglia in quei minuti di assoluto silenzio nel suo riconoscente e rispettoso ricordo. Giorgio Amadio, 62 anni, residente in via Piveran, è morto lunedì scorso in un tragico incidente stradale sulla Noalese mentre rientrava dall'acquisto di frutta e verdura ai mercati che svolgeva quotidianamente.

Trafitto dai tubi persi da un camion, muore fruttivendolo di San Donà


Destino ha voluto che fosse a Treviso quella mattina, lui che solitamente era a Marghera o magari a Padova. Nella dinamica impietosa del tragico incidente stradale lo hanno trafitto dei tubi che trasportava un camion davanti a lui. È morto sul colpo.

Ieri pomeriggio, davanti al duomo cittadino si sono radunati gli amici di sempre, i tanti calciatori che aveva allenato ancora giovani al don Bosco e a Musile. Una corona di fiori è stata posata di fronte all'ingresso della chiesa dai colleghi fruttivendoli a lui tanto affezionati, poi gli amici, i “fioi di Fiorentina” anche loro con fiori in suo ricordo.

Hanno atteso il feretro in silenzio, accompagnato dalla moglie Lucia, i figli Elison e Federico a lui tanto attaccati. La messa è stata concelebrata dal cugino sacerdote don Carlo Amadio, assieme al nuovo parroco di San Pio X e Calvecchia, che si è appena insediato, don Paolo.

Vivo il ricordo di Giorgio, così impegnato nella sua attività lavorativa da oltre 40 anni. Anche il personale è oggi confuso e sconcertato per la sua morte che lascia anche loro in un vuoto che li disorienta e sconforta ogni giorno che passa. In silenzio, gli amici si sono raccolti in preghiera e riflessione per ricordare una persona per bene, sempre in armonia con tutti. Questo era Giorgio. Famiglia e lavoro, e poi lo sport. Calcio e anche tennis, negli ultimi anni, che la figlia praticava ad alto livello e che lui ha seguito per diverso tempo appassionandosi a una nuova disciplina sempre con la stessa partecipazione e impegno. Giorgio era stato allenatore al don Bosco a San Donà, poi a Musile.

Lo ricordano ancora i ragazzi che ha allenato e aiutato a crescere secondo i valori dello sport che sono anche quelli della vita: l'amicizia, il rispetto, il gioco di squadra. E i suoi insegnamenti resteranno per sempre.

Ora, l'ortofrutta di via della Ferriera, dove i tanti clienti affezionati hanno perso un amico e un riferimento importante, non sarà più la stessa anche se continuerà nel solco tracciato in tanti anni da questo cittadino sandonatese che resterà nel ricordo di tanti. —



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