Un rondone con l’ala rotta salvato dai volontari del Centro recupero rapaci

VENEZIA. In tempi di emergenza sanitaria e di Coronavirus può semprare una piccola cosa. Ma ci sono volontari che ogni giorno spendono il proprio tempo e la loro fatica per salvare animali feriti. Questa è la storia di un rondone. Splendido volatile nero, rapace «domestico», abituato ai voli veloci per procurarsi il cibo, insetti in particolare.
Due ragazze trovano il rondone a terra alla Madonna dell’Orto. Ferito a un’ala, non riesce a muoversi. Lo recuperano e chiamano la Lipu. Che allerta il Centro Rapaci di Polesella, in provincia di Rovigo. Clinica specializzata nel Veneto per soccorrere i rapaci feriti. Detto fatto. Una volontaria della clinica viene a Venezia, prende in carico il rondone. Che viene curato e poi liberato.
Merito del lavoro dei volontari della clinica, fondata nel 2003 e diretta dal veterinario Luciano Tarricone. Attività che si svolge in convenzione con la Provincia, il Wwf e la Lipu, su iniziativa dell’associazione Sagittaria. Il dottor Tarricone con le sue assistenti ha in carico decine di rapaci feriti.

Nei giorni scorsi la liberazione di uno splendido esemplare di gheppio. Prima ancora di un gufo comune, di un cucciolo di capriolo perso e ferito, di cigni. Interventi che si concludono quasi sempre con la guarigione dell’animale. Tra i volatili, gufi e gheppi, sparvieri, civette, allocchi
Fauna selvatica e notturna. Spesso ritrovata ferita spaventata dai fari delle auto o dai rumori. Ma anche uccelli più comuni come i rondoni. Specie protetta e tutelata dalle Direttive europee. Il rondone è un piccolo uccello che nidifica anche tra le rocce o sui tetti in campagna. Ordine Apodiformes, famiglia della Apodiade. E’ lungo al massimo una ventina di centimetri. Ma con un ’apertura alare anche doppia, fino a 45 centimetri. Becco piccolissimo e adunco, adatto a catturare in volo le piccole prede, il suo peso non superiore ai 50 grammi. Macchina da volo praticamente perfetta.
«Il rondone non aveva l’ala fratturata», dice Tarricone dopo averlo visitato con cura, «l’abbiamo tenuto tranquillo e poi gli abbiamo ridato la libertà, Una piccola grande festa, come era successo anche qualche tempo fa con la liberazione di una grande tartaruga marina Caretta Caretta, rimasta impigliata nelle reti e negli ami dei pescatori. O con il piccolo capriolo abbandonato e ferito, ora di nuovo libero. Con gli uccelli selvatici che possono contare su un “Pronto soccorso” efficiente e appassionato come lo staff della clinica polesana. —
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