Un minuto di silenzio a scuola contro Berlusconi
La protesta contro quello che è considerato un attacco agli insegnanti da parte del presidente del Consiglio ha trovato risposta in molti istituti di Venezia e provincia

MESTRE. Un minuto di silenzio e di sospensione delle attività scolastiche per protestare contro «l'offesa agli insegnanti» del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L'invito è circolato via sms e nei forum di Facebook domenica. E lunedì a mezzogiorno è stato messo in atto in diverse classi di istituti scolastici veneziani. Una protesta spontanea, auto-organizzata che i sindacati di categoria però condividono e, anzi, invitano a estendere nei prossimi giorni.
«Domani a mezzogiorno un minuto di silenzio per l'offesa agli insegnanti della scuola pubblica da parte del Presidente del consiglio. Gira il messaggio». Questo il testo dell'sms che domenica centinaia di insegnanti hanno ricevuto sul loro telefonino. C'è chi ha ignorato il messaggio, chi si è limitato a girarlo a qualche collega e chi, ieri, al Mozzoni, al Tommaseo, in diverse classi degli istituti superiori di Mirano e in altri istituti l'ha messo in atto.
Agli studenti è stato spiegato il senso dell'iniziativa. Niente più che un gesto simbolico, ma sufficiente a esprimere lo sdegno nei confronti delle parole pronunciate dal premier al congresso dei cristiano riformisti («Crediamo nell'individuo e riteniamo che ciascuno debba avere il diritto di poter educare i figli liberamente. Liberamente vuol dire non essere costretto a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli»).
Le modalità della protesta sono state diverse. In alcuni istituti a mezzogiorno un insegnante ha bussato sulla porta delle varie aule per ricordare che l'ora X era scattata. In altri si sono sospese le attività di informatica («salvate e spegnete i computer, poi li riaccenderemo») o educazione fisica («stop, fermi tutti, partita sospesa»). In alcune classi del polo scolastico di Mirano oltre al minuto di silenzio sono stati letti anche alcuni articoli della Costituzione.
Ci sono stati istituti in cui il flash-mob è stato organizzato all'insaputa degli stessi dirigenti scolastici. Altre scuole i cui dirigenti hanno finto di non sapere o vedere; altri ancora, invece, che non ne sono venuti a conoscenza, ma, avendolo saputo, non si sarebbero certo tirati indietro. Più o meno le stesse reazioni tra gli studenti. «Là dove questa iniziativa è stata fatta gli studenti hanno aderito con convinzione _ spiega Giulio Benedetti, portavoce del Coordinamento studenti _ Altri si sono rammaricati di non averlo saputo in tempo».
I sindacati di categoria si smarcano. Sottolineano di non aver avuto alcun ruolo nell'organizzare questa iniziativa. «Il vero problema sono i tagli lineari alla scuola, abbiamo altre gatte da pelare che stare a rispondere alle battute del presidente del Consiglio» commenta Franco Giordano (Snals). Ma, in fondo, la condividono. «Comprendiamo e appoggiamo anche queste modalità di esternalizzare il disagio che il mondo della scuola sta vivendo _ spiega Salvatore Mazza (Cgil Scuola) _ Certo fa un po' specie che a parlare in questo modo della scuola pubblica sia proprio chi ha contribuito molto a distruggerla».
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