Un migliaio di persone in festa per salvare villa Hériot

Famiglie, ragazzi e bambini hanno trascorso una giornata all'aperto e pranzato nel giardino per protestare contro la vendita del palazzo

GIUDECCA. Un migliaio di persone, nel corso della giornata, sono arrivate ieri a Villa Hériot in Giudecca per dire in coro «Venezia non è un albergo». Famiglie, giovani e bambini hanno trascorso una giornata all’aperto e pranzato insieme nel giardino, occupato da ieri da un coccodrillo di legno realizzato dal collettivo Sale Docks. «L’alligatore – ha detto Marco Borghi dell’Iveser – simboleggia la difesa della Villa, ma anche gli appetiti di chi ha fiutato un bell’affare».

Il boccone adocchiato è la parte di Villa Hériot sede da decenni dell’Università Internazionale dell’Arte (Uia) e di altre associazioni che ieri hanno aperto le porte a visite guidate per mostrare al pubblico le attività in corso. È proprio questa la parte messa improvvisamente in vendita con un cambio di destinazione d’uso per attività ricettive che farebbe pensare che il destino sia quello di un albergo. «Ho appreso della vendita dai giornali – ha detto il presidente dell’Uia Andrea Erri – nessuno mi ha mai chiamato, nemmeno per proporci un’altra destinazione dato che ho tre classi di studenti che non so ancora che futuro avranno. È da troppo tempo che si verifica la roulette russa di fine anno: prima Ca’ Corner, poi il Fontego, a quando Palazzo Ducale? Le cose belle finiscono e vendere i gioielli è una soluzione effimera e non strutturale. Io chiedo al commissario che si metta una mano sulla coscienza».

Moltissimi i bambini dell’adiacente scuola materna San Francesco che verrebbero privati di una parte del giardino, della palestra e dell’orto che curano tutti insieme: «L’equilibrio di questo luogo – ha detto uno dei genitori presenti, Paolo Dal Molin – non va alterato perché verrebbe distrutto il valore sociale che rappresenta». «Si tratta di una scelta scellerata– ha detto Jacopo Molina, aspirante candidato sindaco Pd – e dopo la mancata vendita di Palazzo Diedo e Gradenigo è chiaro che si sforerà il patto di stabilità. A questo punto, usciti per usciti, il commissario dovrebbe fare un passo indietro, ascoltare la richiesta dei cittadini e lasciare che l’amministrazione futura si faccia carico dello sforamento, ma lasci questo bene alle persone».

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