Un errore umano nel disastro aereo Morirono due lidensi

LIDO. Il disastro aereo del volo AirFrance Rio-Parigi, che nel 2009 precipitò in mare causando la morte dei 228 passeggeri - tra i quali anche Enzo Canaletti, il maresciallo cinquantunenne dei lagunari residente al Lido e la moglie, la brasiliana Angela Cristina de Oliveira Silva - sarebbe da addebitarsi sia un tragico mix di errori umani e guasti tecnici.
È quanto ha stabilito la commissione di inchiesta sul disastro nel suo rapporto finale. Per l'authority dell'aviazione civile francese, Bea, il dramma inizia con il cattivo funzionamento dei sensori di velocità dell'Airbus A330, i cosiddetti “pitots”, prodotti dalla società francese Thales, che dopo quel disastro furono sostituiti nell'equipaggiamento degli Airbus.
Stabilito il “primum movens”, la commissione d'inchiesta aggiunge, tuttavia che «l'equipaggio si è trovato in uno stato di quasi totale perdita di controllo della situazione» e non è stato in grado di supplire a un deficit tecnico con le giuste manovre manuali. Ai problemi ergonomici dell'Airbus, ha spiegato il capo della commissione d'inchiesta, Alain Bouillard, si sono aggiunte le manovre inappropriate dei piloti che hanno mostrato di essere in una situazione di grande stress. Il rapporto della Bea ha sottolineato più volte come sia della più grande importanza addestrare «i piloti perché abbiano una maggiore conoscenza dei sistemi di navigazione dell'aeromobile nel caso si trovino di fronte a situazioni fuori dell'usuale». Il rilievo e la raccomandazione della Bea, nascono dal fatto che moltissimi piloti sono addestrati al volo automatico e ben poco al volo manuale, per via del fatto che le procedure di pilotaggio sugli aeromobili moderni sono quasi interamente automatizzate.
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