Umberto I sugli scogli Orsoni: «Si va avanti»

La Costruzioni Pasqualini, proprietaria al 50 per cento, chiede il concordato Esplode la polemica, l’opposizione accusa: «E’ fallimento urbanistico»
Di Mitia Chiarin

«E’ chiaro che non tollereremo né la persistenza di un “buco”, né la costruzione di torri che alla fine resteranno vuote». Il sindaco Giorgio Orsoni interviene da Venezia nella vicenda dell’ex Umberto I, il grande cantiere da 200 milioni di euro fermo da tre anni.

Concordato in tribunale. La doccia fredda è arrivata dal Tribunale di Rovereto dove la Costruzioni Pasqualini di Dante Pasqualini, ex presidente di Ance Trento, e socio dell’operazione delle tre torri a Mestre, ha ottenuto il 3 febbraio scorso il via libera al concordato preventivo. La società che possiede i terreni di via Circonvallazione risulta partecipata al 50% da Pasqualini, al 10% da Flavio Zuanier con la Dng e al 40% da Finedil Trentino. La società di Pasqualini aveva deciso già il 15 dicembre la messa in liquidazione, visto che non era andato in porto il progetto di ristrutturazione dei debiti, oltre 7 milioni di euro in due anni che avevano azzerato il patrimonio dell’azienda di costruzioni che lascia senza lavoro anche venti dipendenti.

Lo scenario. La notizia getta nuove ombre su un progetto, quello delle torri nell’ex ospedale di Mestre (operazione da 200 milioni di euro oltre i 50 milioni di acquisto dell’area dall’Asl 12) che non è decollata negli ultimi tre anni dopo la demolizione del vecchio nosocomio, nonostante i tanti annunci dei privati. Oggi l’area è un “buco” degradato e le speranze prima della giunta Cacciari, e poi di quella di Orsoni che considerano il progetto una priorità per Mestre hanno cominciato a vacillare. Il 9 febbraio scorso Pasqualini e soci erano andati ad incontrare il sindaco Orsoni, ottenendo un altro mese di tempo. Avevano promesso di tornare entro il 15 marzo con il cronoprogramma sia per l’ex Umberto I che per un’altra loro operazione in città, il Social housing al rione Pertini.

La reazione del Comune. «La difficoltà economica di una parte degli investitori ci era già nota da tempo. Per noi cambia poco: entro il termine ultimo fissato di metà marzo dovranno comunque saperci dire quali sono le loro prospettive di sviluppo», ha detto ieri Orsoni ai giornalisti. Orsoni ribadisce la massima attenzione sul progetto, specie ora che le difficoltà dei privati, finora sempre pubblicamente negate, diventano un fatto. «In quell’occasione – precisa il sindaco – ci diranno se sono in grado di portare avanti il progetto originario e come. La proprietà, in caso contrario, si è impegnata a fare comunque dell’altro, che concorderemo insieme. Ma non tollereremo un buco o torri vuote».

Modificare il progetto. Con il socio di maggioranza in gravi difficoltà finanziarie (il concordato preventivo è un modo per evitare il fallimento, trovando un accordo con i creditori) bisogna ora capire come si uscirà dall’attuale incertezza. La tranquillità del sindaco fa pensare che il Comune sapesse dei problemi finanziari di Pasqualini. Risponde l’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli. «Sapevamo che la compagine versava in difficoltà, non siamo stati colti completamente di sorpresa. All’ultima riunione si era capito che ci sarebbe stato l’ingresso di nuovi soci in affiancamento o al posto degli attuali. Per noi, poi, la modifica del progetto delle torri resta sempre una questione di dibattito attuale: i nuovi soci che potrebbero chiedere loro di modificare quel progetto per renderlo più commercializzabile. Certo la discussione parte dal progetto esistente, ma se c’è la necessità di modificarlo io sono d’accordo. Il mercato è profondamente cambiato negli ultimi anni e si potrebbe intervenire con una variante rendendolo francamente più attuabile».

Le polemiche. Immancabili le polemiche esplodono. Il centrodestra veneziano chiede chiarezza. Renato Boraso (Lista civica Impegno) e Saverio Centenaro (Pdl) hanno presentato ieri due richieste di convocazione urgente della commissione urbanistica. «Basta. Dopo la questione della fidejussione “bidone” ecco la notizia del concordato preventivo – attacca Renato Boraso – qui non siamo solo al fallimento di una impresa di costruzioni ma al fallimento urbanistico di una amministrazione comunale che ha sbandierato questo progetto come la cartina tornasole di una nuova città e invece si sprofonda nel buco nero». E Centenaro: «Non so come abbia fatto il 9 febbraio Orsoni a parlare di incontro positivo. Venga a spiegarlo ai consiglieri comunali per non far in modo che in centro città rimanga solo un nuovo buco nero».

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