Uccise l’ex fidanzata, 16 anni di galera

VENEZIA
Sedici anni di reclusione per l’omicidio dell’ex fidanzata, accoltellata senza pietà all’interno del negozio biologico che la donna gestiva in via Roma. Un omicidio frutto di una gelosia cieca e sorda che il 6 luglio del 2010 ha armato di due coltelli la mano di Andrea Donaglio, 47 anni, insegnante di chimica, e l’ha fatta vibrare con folle violenza contro Roberta Vanin, 44 anni, «colpevole» di essersi lamentata con i genitori dell’ex compagno della possessività ossessiva dell’uomo. Sedici anni di reclusione con rito abbreviato inflitti ieri in Tribunale a Venezia dal giudice per le indagini preliminari Roberta Marchiori contro i 30 chiesti dal pubblico ministero Massimo Michelozzi. Nella definizione della pena è stata riconosciuta l’equivalenza delle attenuanti generiche con l’aggravante dei futili motivi e dunque lo sconto ottenuto grazie al rito abbreviato è stato calcolato sui 24 anni di reclusione. Andrea Donaglio è stato inoltre condannato a risarcire i genitori della donna con 400 mila euro per ciascuno e i due fratelli con 200 mila euro a testa. Alla lettura della sentenza, stretti nel loro dolore senza pace, erano presenti anche i genitori della sfortunata ragazza assistiti dal loro difensore, l’avvocato Mario Giordano, e da quello dei fratelli di Roberta, l’avvocato Roberto Bolognesi, che si erano costituiti parte civile. Impietrito da un dolore eguale e opposto, l’uomo che una passione non più ricambiata trasformò in un assassino il quale, subito dopo aver ucciso l’ex findanzata, si puntò un coltello all’addome cercando di suicidarsi. Fu salvato dalla morte ma non dalla colpa, che in questo anno e mezzo l’ha fatto diventare lì’ombra di se stesso. «E’ molto provato e commosso» spiegano i suoi legali di fiducia, gli avvocati Francesco Schioppa e Isabella Fiorio, che comunque portano a casa una sentenza non troppo pesante. «Una sentenza che dà ragione al lavoro fatto in questo anno e mezzo e cioè quello di cercare di portare l’attenzione sulla figura di Donaglio – hanno spiegato gli avvocati –sul fatto che ha subito confessato l’omicidio, che si è dichiarato sinceramente pentito e che sin dall’inizio ha messo tutti i propri beni a disposizione delle parti civili». Un delitto che scosse Spinea, si portò via una vita e ne distrusse molte altre. Roberta Vanin, bella e solare, era titolare di Bio Vita, un negozio di prodotti naturali molto conosciuto nel Miranese. Negozio che la donna aveva creato insieme a Donaglio con il quale era stata insieme per alcuni anni. Conclusa la relazione, Andrea non riusciva a darsi pace e continuava a pressarla con la sua gelosia. Come quella mattina del 6 luglio di due anni fa quando la donna aveva telefonato ai genitori dell’uomo per sfogare la sua rabbia di perseguitata. Non poteva sapere che quella telefonata avrebbe scatentato la furia omicida dell’uomo. Armato di due coltellai, Donaglio si avventò su Roberta e la colpì senza pietà. L’autopsia rivelerà che i colpi furono sessanta, di cui uno mortale alla gola. Donaglio subito dopo cercò di uccidersi piantandosi un coltello nell’addome.
Manuela Pivato
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