«Uccelli contro gli aerei il falconiere serve»

MESTRE. L’aeroporto Marco Polo è uno dei più dolci dove atterrare, la vista è spettacolare, ma la laguna di Venezia ha anche un “difetto”, perché vi dimorano moltissimi uccelli, che per gli aeromobili in fase di decollo possono rappresentare un problema, come accaduto domenica. Un aereo della Air Dolomiti, è stato costretto a non partire perché un piccolo falco è finito nel motore, mentre era in fase di rullaggio. Nonostante ciò, grazie alle tecniche esistenti, l’incidenza è minima e le precauzioni alte.
«Quello dei volatili», spiega il direttore Enac, Valerio Bonato, «è una delle mie prime preoccupazioni da quando sono venuto a Venezia: ad inizio anni Ottanta erano numerosi, abbiamo provato con gli ultrasuoni, poi con i cannoncini. Nell’87 abbiamo avuto i chironomidi, le zanzarone provenienti dalla laguna, per mangiarle gli uccelli volavano radente». Prosegue Bonato: «In estate gli uccelli cercano manducanza nell’erba tagliata, in inverno si scaldano le zampette sulla pista di volo, che essendo nera è calda. Il punto è che possono impastare le turbine e danneggiare il motore. Con il tempo abbiamo scoperto che il segnale radar di bordo, una volta attivato, apriva gli stormi come le acque del Mar Rosso e l’aereo passava in mezzo, successivamente grazie al falconiere, abbiamo ridotto di gran lunga la probabilità di impatto».
Chiarisce Bonato: «L’aeroporto deve diventare una zona franca dai volatili. Il “bird strike” può accadere in termini probabilistici, ma è una evenienza contenuta e sempre controllata. Abbiamo statistiche giornaliere, mensili, settimanali e annuali aggiornate, compariamo lo storico degli eventi a riduzione, l’obiettivo è eliminarlo del tutto, persino il taglio dell’erba deve essere tale da evitare che ci siano piccoli pezzi di foraggio, che potrebbero costituire fonte di cibo. Abbiamo uno studio permanente su questo settore, che valuta la situazione dell’ecosistema dei volatili, le migrazioni, la stagionalità con l’università. L’impatto non ci deve essere, accade raramente che possa rimanere un uccello che si alza in volo spaventato, in ogni caso, una simile situazione è proceduralizzata e gestita».
«L’indicatore adottato da Enac a livello nazionale», spiega Francesco Rocchetto, responsabile area operativa movimento terminal dell’aeroporto di Venezia, «riguarda impatti e voli, il rapporto tra questi due numeri dà il coefficiente sostenibile per ogni singolo aeroporto, e noi siamo molto al di sotto. L’evento di domenica può sempre accadere, considerando che siamo a bordo laguna, ma casi di impatti che pregiudichino il volo o la cancellazione, sono rari. Li sventiamo con il falconiere che lavora dall’alba al tramonto, tutti i giorni senza eccezione e oltre a lui abbiamo un’unità interna che monitora con i nostri addetti della safety, utilizzando vetture, clacson, suoni che spaventano gli uccelli. Una volta avevamo un avvisatore acustico ad ultrasuoni, poi hanno iniziato a posarvisi sopra, il segreto è quello di cambiare continuamente azioni di allontanamento». Chiosa: «A breve avremo in dotazione una pistola speciale, con cariche per allontanarli, un metodo incruento, stiamo via via affinando tecniche e tecnologie, siamo certificati dal 2004».
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