Tutti liberi tranne Gaiatto e la compagna

Le difese dei 9 indagati senza più misure a carico: «Erano investitori, non procacciavano clienti». Intanto nuove denunce
Lasorte Trieste 02/10/18 - Tribunale del Riesame, PM Raffaele Tito
Lasorte Trieste 02/10/18 - Tribunale del Riesame, PM Raffaele Tito



Fabio Gaiatto, 43 anni, il trader portogruarese indagato per la maxi-truffa sul Forex, resta in carcere. La sua compagna Najima Romani, 31 anni, originaria di Lignano, rimane agli arresti domiciliari. Gli altri nove indagati hanno ritrovato la piena libertà. È il verdetto emesso dal tribunale del riesame di Trieste, presieduto da Filippo Gullotta, a latere Marco Casavecchia e giudice relatore Camillo Pollucci. Dopo una camera di consiglio durata più di 5 ore e mezza e 3 ore di accesa discussione delle parti, il collegio di giudici ha confermato l’ordinanza del gip Rodolfo Piccin solo per i due indagati ai quali è contestata anche l’ipotesi di auto-riciclaggio, oltre all’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla raccolta abusiva dei risparmi: Gaiatto (difeso dagli avvocati Luca Ponti e da una new entry, l’avvocato Bicci di Ferrara) e Romani (difesa dall’avvocato Maurizio Miculan. A inchiodare Gaiatto, sotto il profilo delle esigenze cautelari, il faldone di intercettazioni in carcere e nuove denunce. È stato il procuratore Raffaele Tito a sostenere l’accusa in aula, sviscerando tutti i nuovi elementi che consolidano agli occhi degli inquirenti il rischio attuale di una reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. Romani risulta invece come l’amministratrice delle due società estere alle quali era intestato il patrimonio immobiliare da 3,7 milioni di euro sequestrato.

«È evidente, come linea di fondo, che abbia pesato in prima battuta nel verdetto – ha commentato a caldo l’avvocato Miculan – la gravità degli elementi indiziari raccolti dalla pubblica accusa rispetto a una valutazione delle esigenze cautelari, che secondo noi erano insussistenti. Si tratta solo di un primo passo di una lunga strada che deve portare all’accertamento della verità». I giudici hanno invece annullato l’ordinanza nei confronti di Claudia Trevisan, 47 anni di Fossalta di Portogruaro (avvocati Vincenzo Arcidiacono e Giorgio Dussin), Massimiliano Vignaduzzo 46 anni, di San Michele al Tagliamento (avvocato Francesco Murgia), Luca Gasparotto, 48 anni, di Cordovado e Andrea Zaggia (avvocato Chiara Maltese), Ubaldo Sincovich, maestro di tango di Muggia, 65 anni (avvocato Claudio Vergine), Massimiliano Franzin, sportivo di Oderzo, 45 anni (avvocato Remo Lot), Marco Zussino, 51 anni, di Basiliano, quadro in una importante azienda (avvocato Elisabetta Zuliani). Vignaduzzo si è commosso alla notizia della ritrovata libertà. Lui e Trevisan erano agli arresti domiciliari dall’11 settembre. «Sono assolutamente convinto – ha commentato l’avvocato Murgia che assiste Vignaduzzo – che il Riesame di Trieste abbia compreso con estrema attenzione la struttura disarticolata sotto il profilo delle esigenze cautelari dell’ordinanza impugnata». Per il legale «Vignaduzzo è stato la prima inconsapevole vittima di una catena che portava a un solo punto d’arrivo, sicuramente non nelle mani del mio assistito».

Le difese degli indagati minori hanno sottolineato l’estraneità dei loro assistiti al raggiro e all’associazione per delinquere ipotizzata dalla Finanza: hanno spiegato di essere semplici investitori, non procacciatori di clienti. Soddisfazione per l’esito è stata espressa anche dagli avvocati Maltese, Vergine e Lot. Si attendono ora le motivazioni per capire se il riesame si sia pronunciato solo sulle esigenze cautelari o abbia preso posizione anche nel merito. —





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