Turismo, la Tunisia rialza la testa

TUNISI. A oltre un anno e mezzo dalla Primavera dei gelsomini e a nove dalle prime libere elezioni e alla fuga del dittatore Ben Alì, la Tunisia torna a puntare sul turismo e a recuperare il mercato dopo un calo del 65% di ospiti italiani registrato nel 2011. E lo fa alla grande. Investendo milioni di dinari tunisini (che valgono mezzo euro), creando eventi per presentare all’estero quello che qui definiscono il nuovo volto della realtà tunisina.
Ma per capire la svolta impressa dal nuovo governo tunisino occorre fare un passo indietro. Infatti la Tunisia sembra il Paese che sia riuscito a ottenere più trasformazioni dalla sanguinose rivolte legate alla Primavera Araba.
Nell’ottobre 2011 si sono svolte le prime elezioni libere che hanno portato al potere il partito islamico moderato Ennadha e lo storico oppositore del regime di Ben Alì, Moncef Marzouki è diventato presidente dando l’incarico al moderato Hamadi Jebali di formare il nuovo governo. Un esecutivo che ha un unico grande imperativo, quello di risollevara il paese da una drammatica crisi economica. Ma anche dare una speranza ai migliaia di giovani che scappavano dalla Tunisia alla ricerca di un mondo migliore e più libero. E i primi mesi e primi atti di questo governo sembrano andare diritti verso questa direzione, nonostante una opposizione radicale che usa la violenza per imporsi.
«Il nostro imperativo è rilanciare il turismo», spiega il ministro del Turismo della Tunisia, Elyes Fakhfakh, a un ristretto numero di giornalisti italiani, «per dare lavoro ai nostri giovani che non dovranno più lasciare la Tunisia per costruirsi un futuro. Per questo», sottolinea il ministro, «Stiamo facendo investimenti ingenti e i primi risultati si stanno vedendo con il ritorno di molti turisti del Nord Europa. Nel 2008 abbiamo ospitato 500 mila turisti italiani, poi crollati a 130 mila nel 2011. Ora vogliamo riconquistare la quota persa offrendo servizi di migliore qualità non solo basati sul turismo balneare ma anche culturale e archeologico, sfruttando le tante bellezze della Tunisia. Intanto», continua il ministro «puntiamo molto sul nuovo complesso turistico di Jasmine a Hammamet e abbiamo appena concluso accordi con importanti tour operator italiani come Alpitour, Eden Viaggi, Going e, Veratour Viaggi del Delfino. Per questo stiamo incrementando anche i voli dall’Italia, e puntiamo al volo giornaliero con Venezia della Tunisair».
Il ministro assicura che «la situazione è molto migliorata sul fronte della sicurezza, ma tutto dipende dalla ripresa economica in atto». Il ministero degli esteri italiano conferma che la situazione nella zone balneari è tranquilla ma anche nella capitale sembrano lontano i giorni delle sommosse. Certo nella centralissima avenue Bourghiba, davanti al ministero degli Interni, c’è ancora il filo spinato e alla fine, vicino all’ingresso della Madina, ci sono schierati carri armati e altri mezzi militari. Ma è indubbio che tra i giovani qualcosa è cambiato. Si vedono molte donne mature ma poche ragazze con il velo. Anche con il niqab, che copre il viso. Ma basta entrare in un pub per scoprire un’altra realtà, molto vicina ai nostri costumi. Ragazze e ragazzi che bevono birra, fumano e ballano le hits internazionali come in qualsiasi altro locale d’Europa.
«Finalmente possiamo farlo alla luce del sole» - dice una bella ragazza con una scollatura vertiginosa «Adesso ci sentiamo più libere anche se rispetto chi vuole coprirsi». Alle parole di questa ragazza fanno da contraltare quelle della blogger Lina Ben Mhenni, 22anni, che a ha denunciato, attraverso l’Espresso, di essere stata aggredita da tre poliziotti che hanno anche cercato di violentarla.
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